giovedì 23 gennaio 2014

Una serata con Gaspare Buscemi e i suoi vini


Nonostante il raffreddore, armato di decongestionante nasale, questa settimana ho partecipato ad un incontro organizzato dall'Enopanetteria "I Sapori della Tradizione" in collaborazione con l'AIS Napoli. 
In quanto avevo da poco assaggiato Alture Bianco 2004 (un vino emozionante!), mi aspettavo davvero molto da quest'evento che vedeva l'assaggio di ben dieci vini raccontati da Gaspare Buscemi in persona!


Il primo vino in batteria è stato per me il più interessante! Un vino frizzante naturale, chiamato RiBolla e ottenuto in buona parte da uve Ribolla vendemmiate nel 1987; il processo di presa di spuma di questo vino mi ha particolarmente incuriosito… una volta raggiunto il grado zuccherino residuo desiderato, spiegava Buscemi, è stata bloccata la fermentazione del vino-base e sono stati, quindi, aggiunti lieviti resistenti alle alte pressioni; l’imbottigliamento è avvenuto nel Dicembre dello stesso anno della raccolta delle uve. Per eliminare le fecce, ha continuato a spiegare Buscemi, nel 1990 si è provveduto al travaso del vino da bottiglia a bottiglia, non senza perdita di materiale.
Il vino ha quindi sostato poi per ben 23 anni in bottiglia, posta in orizzontale per consentirne il contatto col tappo, cui Buscemi attribuisce un ruolo importante nel caratterizzare il vino.


Tutti i vini di Buscemi, infatti, non conoscono il legno della botte e maturano solo in acciaio... questo vino non faceva eccezione e fortunatamente al naso non sapeva di "tappo" ma presentava peculiari note di caramella all'orzo e cenni di caffè; nel bicchiere la spuma evanescente ha lasciato subito intravedere un luminoso colore giallo paglierino carico dai riflessi dorati e all'assaggio una bollicina delicata, quasi cremosa, accarezzava il palato.


Altro vino interessante (anche questo con un bel po' di anni sulle spalle) è stato il Riserva Massima di Alture 1988, un rosso a base Merlot, che si presentava nel bicchiere con un vivace colore granato piuttosto carico e al naso con note di goudron e cenni di olive nere.


In fine serata, a sorpresa, è stata aperta un'altra bottiglia, un altro esperimento dell' "Enologo Vinificatore Artigiano"... Ossidazione Estrema, un Verduzzo che dal 1989 ha riposato in una bottiglia messa in posizione verticale e chiusa con un tappo di sughero che, non bagnato dal vino e quindi meno ermetico, ne ha permesso una lenta ossidazione... Il risultato è stato un vino leggermente dolce, dal colore ambrato carico e con sentori di uva passa, datteri e prugne secche.

Queste sono state le tre bottiglie della serata che più mi sono piaciute e che più mi hanno incuriosito... in quanto alle altre in degustazione, seppur pregevoli e per certi aspetti peculiari, non mi hanno (ahimé!) entusiasmato!

Il giocare fuori dagli schemi rappresenta per un produttore sempre un "rischio" ma i risultati, entusiasmanti o deludenti che siano, hanno sempre il potere di incuriosire un appassionato e, cosa più importante, di suscitare emozioni!

Le bottiglie e le foto della serata sul blog AIS Napoli.

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