Birrificio del XVI secolo. |
La
produzione della birra prevede varie fasi:
-
maltificazione
-
ammostamento
-
filtrazione
-
cottura e aromatizzazione
-
chiarificazione e filtrazione
-
raffreddamento
-
fermentazione
-
confezionamento
Maltificazione
L'orzo
o gli altri cereali, dopo essere stati selezionati e puliti, vengono messi per
circa due giorni nelle vasche di macerazione dove assorbono l'acqua necessaria
per il successivo processo di germinazione,
che avviene in cassoni ad aria condizionata o in luoghi ben areati.
Una
volta che il germoglio raggiunge una lunghezza pari a circa due terzi quella
del chicco di cereale, il processo viene arrestato tramite essiccazione o torrefazione,
ponendo il malto verde in contenitori attraversati da una forte corrente di
aria calda per circa 24 ore.
Nota: il malto è la
cariosside (chicco) di cereale che subito germinazione.
Se
si desidera produrre "malti chiari", la temperatura massima è di
85°C, mentre per i "malti scuri" supera i 100°C; man mano che si alza
la temperatura, il malto si arricchisce infatti di composti glicoproteici
(melanoidine) responsabili del colore scuro e del caratteristico aroma; il
colore della birra dipenderà esclusivamente dal tipo di malto impiegato.
Ammostamento
Il
malto viene macinato e poi impastato con acqua, formando così una miscela che viene
poi riscaldata per riattivare gli enzimi deputati alla riduzione dell'amido; si
forma quindi una soluzione (mosto) in cui si solubilizzano zuccheri
fermentescibili e amminoacidi liberi, indispensabili per lo sviluppo dei
lieviti.
Questa
fase (mash) avviene in sala cottura,
all'interno di grandi caldaie (caratteristici pentoloni o cipolloni, in rame o
acciaio inossidabile) dotate di un agitatore e riscaldate con doppi fondi nei
quali circola vapore.
Nell'ammostamento per infusione, la miscela
non viene mai portata ad ebollizione.
Nell'ammostamento per decozione, parte della
miscela viene fatta bollire per alcuni minuti e poi reimmessa nella massa
totale; questa tecnica è adottata se si lavorano cereali crudi o se si hanno a
disposizione solo malti a basso potere enzimatico, come può capitare in annate
sfavorevoli.
Filtrazione
La
miscela (mosto) viene portata nel tino di
filtrazione (dotato di fondo forato) per permettere la separazione dalle
parti insolubili (scorze) dei cereali.
Le
scorze che rimangono nel tino di filtrazione, dette “trebbie”, dopo uno o più
lavaggi con acqua per recuperare gli zuccheri residui, sono utilizzate in
agricoltura come alimento per il bestiame.
Cottura e aromatizzazione
Il
mosto è immesso nella caldaia di cottura
(tradizionalmente in rame,
buon conduttore termico che non si degrada
eccessivamente), dove in una o più riprese si aggiunge il luppolo.
La
bollitura serve a sterilizzare il mosto, favorire la dissoluzione dei principi
amari del luppolo, la coagulazione delle proteine, l’illimpidimento del mosto e
l’inattivazione degli enzimi.
Chiarificazione e filtrazione
Alla
fine della bollitura il mosto è filtrato per eliminare i residui di luppolo e
chiarificato per eliminare i coagulo tanno-proteici.
Raffreddamento
Il
mosto viene quindi raffreddato per poter avviare la fermentazione alcolica alle
temperature più idonee per i lieviti (5-10°C per la bassa fermentazione e 15-20°C
gradi per la alta fermentazione); viene inoltre insufflato ossigeno
in quanto il processo di fermentazione si può svolgere solo in condizioni di aerobiosi.
Fermentazione
Dopo
l’aggiunta di lieviti inizia la prima
fermentazione (“tumultuosa”), con trasformazione di zuccheri e amminoacidi
presenti nel mosto in alcol, anidride carbonica e sostanze aromatiche; questa
fase dura circa una settimana e si svolge a temperature controllata (a circa
10°C per le birre a bassa fermentazione, a circa 20°C per le birre ad alta
fermentazione) in grandi serbatoi di acciaio termostatati, a doppia parete e
con circolazione di un liquido refrigerante.
Una
volta trasformati quasi tutti gli zuccheri in alcol etilico ed anidride
carbonica, il lievito è recuperato ed inizia la seconda fermentazione (“maturazione” o “stagionatura”), che avviene
lentamente, fino a 30 giorni, nell’ambiente anaerobico di vasche di maturazione
chiuse, in modo che la birra incameri CO2; la temperatura è progressivamente
abbassata fino a circa 0°C, così che il gusto della birra diventi più delicato
ed i residui di lievito sedimentino meglio.
Confezionamento
In
genere la birra è filtrata, per eliminare i residui di lievito, e confezionata
in:
-
fusti;
-
bottiglie in vetro o in materiale plastico;
-
lattine.
Il
contenitore ideale è il fusto in acciaio (keg),
che protegge la birra dalla luce e garantisce la migliore qualità, ma richiede
grandi cure e deve essere svuotato in fretta.
Attualmente
tutte le birrerie producono un mosto più concentrato (“high gravity”); per cui,
immediatamente prima del confezionamento, la birra è miscelata con acqua e
riportata a concentrazione voluta; questa tecnica consente una migliore
costanza qualitativa, un più razionale e completo sfruttamento degli impianti
produttivi ed una riduzione dei costi energetici.
Per
inattivare eventuali lieviti sfuggiti alla filtrazione, che replicandosi
possono essere causa di torbidità, la birra viene sottoposta a pastorizzazione, realizzata su:
-
birra in bottiglia o in lattina sotto piogge di acqua calda a 60°C per 15
minuti,
-
prodotto sfuso e destinato all’infustamento, riscaldandolo per pochi secondi a
70°C.
La
birra pastorizzata è quindi un prodotto più stabile ma può presentare però, a
differenza della birra cruda, un sentore di pane cotto oltre a un appiattimento
di aromi e gusto; per questo motivo alcuni birrifici, per non alterarne il
sapore, preferiscono non sottoporre la loro birra artigianale a processi di
pastorizzazione e filtrazione.
Vi
possono essere sensibili differenze qualitative fra birra fresca di
confezionamento ed invecchiata; nel tempo, soprattutto le Lager chiare perdono
vivacità di gusto, il colore tende al bruno o al rossastro, l’amarezza si fa
più grezza perché i tannini si ossidano; per questo motivo si deve cercare di
bere la birra il più lontano possibile dal termine minimo di conservazione
(riportato in etichetta).
Esistono
alcune birre "rifermentate in bottiglia"; in questo caso le birre
sono confezionate con aggiunta di lievito, un po' di mosto o soluzione
zuccherina, a volte anche di fiori di luppolo; avviene quindi un'ulteriore
fermentazione con aumento del tasso alcolico, acquisto di corpo, aromi e
rotondità.
Puoi
trovare altri appunti del corso per Sommelier alla pagina "Appunti Sommelier"
di questo blog.
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