A
svelarci l'arcano è un listino storico della Ditta Berardino Santarelli &
Figli che, fondata nel 1914 in Amatrice (RI), ha aperto negli anni successivi ben
11 "Negozi di vendita" nella Capitale.
Siamo
in pieno periodo fascista, l'Italia di Vittorio Emanuele III di lì a poco
avrebbe dovuto affrontare la guerra d'Etiopia, che costerà allo Stato l'immensa cifra di 40 miliardi di
lire (pari allo stipendio di 12 milioni di operai), e tra qualche anno (nel
1939) Gilberto Mazzi avrebbe cantato la celeberrima "Mille lire al mese".
Quindi,
per meglio orientarci tra i prezzi indicati in questo storico listino, dobbiamo
considerare che nel 1935 lo stipendio medio di un bracciante agricolo era di
circa 200 lire, quello di un operaio arrivava a 300-450 lire (a seconda del
grado di specializzazione), mentre un impiegato laureato (allora ve ne erano
davvero pochissimi) poteva guadagnare anche 800 lire al mese, 1000 lire se
dirigente o capoufficio; un generale o un professore universitario poteva
contare su uno stipendio di ben 3000 lire al mese.
Un
chilo di pane costava all'incirca 1,60 lire e un etto di caffè 3,50 lire, ma
dal 1936 (come conseguenza delle ingenti spese belliche sostenute) i prezzi dei
generi alimentari sarebbero iniziati ad aumentare senza rimedio così come si sarebbe
ridotto il potere d'acquisto della nostra vecchia moneta.
Andamento del valore della lira nel periodo dal 1926 al 1950, assumendo uguale ad uno il valore del 2002 (anno dell'introduzione dell'euro) - Fonte: http://panorama-numismatico.com/ |
Divertitevi
ora ad immaginarvi 50 lire in tasca (pari più o meno a 87 euro di oggi) e dover
scegliere qualche vino da portare a casa.
Banconota da 50 lire del 1935 - Fonte: http://www.aeqvitascoins.it/ |
A
proposito... Secondo voi, quei vini avrebbero avuto lo stesso sapore di quelli
d'oggi?
Ringrazio Antonio Santarelli dell'azienda agricola Casale del Giglio per avermi gentilmente inviato
una copia di questo prezioso listino storico.
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