Il
vino è una soluzione, costituita da acqua
per il 75-85%, nella quale sono disciolte più di 600 sostanze che derivano in
parte dalle uve, in parte dai processi fermentativi ed altre ancora si sono
formate durante la maturazione e l’affinamento.
I polifenoli (tannini e pigmenti), più
presenti nei vini rossi, danno struttura, astringenza e colore.
Le
sostanze aromatiche possono
classificarsi in:
-
aromi primari (terpeni, norisoprenoidi), derivano dalle uve e danno sfumature
di fiori e frutta fresca, erbe aromatiche, vegetali e minerali;
-
aromi secondari (alcoli superiori, esteri, eteri), formati durante la
fermentazione, danno sentori fruttati, floreali, erbacei ed un profumo vinoso
che ricorda il mosto in fermentazione;
-
aromi terziari (esteri, eteri, chetoni, acetali, lattoni), formati durante la
maturazione e l’affinamento, regalano note speziate, tostate, animali ed
eteree.
Gli
zuccheri (glucosio, fruttosio),
scarsi nei vini secchi, danno dolcezza e morbidezza al vino.
L’alcol etilico (4,5-20%) dà una
sensazione pseudocalorica e di morbidezza.
La
glicerina, polialcol che si forma
durante la fermentazione, è più abbondante nei vini ottenuti da uve attaccate
dalla muffa nobile e dà morbidezza al vino.
Gli
acidi del vino fissi (tartarico,
malico, citrico) e volatili (acetico, succinico) in parte derivano dalle uve,
in parte dalla fermentazione (acido lattico, acido succinico); l’acido
tartarico rappresenta la spalla dell’acidità; l’acido acetico se è presente in
quantità elevata è pungente e sgradevole, ma in quantità ridotta contribuisce
ad aumentare la freschezza e a rafforzare le sensazioni gusto-olfattive;
l’acido succinico dà l’odore del vino appena finito di fermentare e compare
quando i lieviti sono sotto stress. L’acidità del vino è espressa in g/l (4-8
g/l) di acido tartarico ed è in genere maggiore nei vini bianchi e nei vini
giovani.
Le
ceneri (minerali), costituite da sali
di acidi organici e inorganici, sono responsabili della sapidità dei vini.
I
polisaccaridi e le sostanze colloidali contribuiscono a
dare al vino consistenza, morbidezza e struttura.
L’anidride carbonica, presente negli
spumanti e nei vini frizzanti, si percepisce come un leggero pizzicore e
determina il perlage, esalta le sostanze profumate, accentua le senazioni di
durezza, tannicità e sapidità, mentre attenua le sensazioni di morbidezza,
dolcezza e pseudocalore.
L’estratto secco totale è rappresentato
dalle sostanze non volatili del vino, ed è spesso maggiore nei vini rossi che nei vini
bianchi; in pratica è l’insieme delle sostanze che restano nel vino (zuccheri,
acidi fissi, polifenoli, sostanze minerali, glicerina, gomme, sostanze peptiche
ed altro) dopo aver fatto evaporare acqua e alcol; si esprime in g/l e
contribuisce a formare la struttura del vino.
L’estratto secco netto è rappresentato
dalle sostanze non volatili dedotti gli zuccheri.
Rappresentando, dunque, acqua e alcol i maggiori costituenti
del vino, è interessante notare come le differenze tra i diversi vini siano da ricondurre a una piccolissima ma importante e variegata quantità di
sostanze... è proprio il caso di dire che sono i particolari a fare la differenza!
Se
hai trovato questo post interessante… dà un’occhiata al mio ebook “Nozioni
di base sul vino”.
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