domenica 30 dicembre 2012

Saumur Champigny Franc de Pied 2010 Thierry Germain - Domaine des Roches Neuves


Tipo di Vino:             Rosso
Uve                          Cabernet Franc
Vinificazione:            8-10 giorni di macerazione – uve non diraspate
Maturazione:            un anno in botti di rovere da 60 hl
Titolo alcol.:              12,5%
Fascia di prezzo:       45 euro
Giudizio Enoitaca:    4 anfore

Vino della Valle della Loira, ottenuto da viti “a piede franco” coltivate su terreni sabbiosi seguendo i principi dell’agricoltura biodinamica, si presenta nel bicchiere di colore rosso rubino cupo con riflessi violacei; al naso d’impatto la sensazione è quella di trovarsi di fronte a un Pinot Nero di Borgogna, per l’esultanza delle note di sottobosco, che insieme a sentori di frutta rossa fresca (lampone), creano un elegante abbraccio olfattivo. All’assaggio stupisce per i suoi tannini vellutati, presenti, ma che accarezzano la bocca senza essere aggressivi o creare un finale amarognolo. Succoso e di buona freschezza, è un vino di medio corpo e dalla gradevole persistenza, godibile già da adesso, ma che, secondo me, ha ancora molto da raccontare.
Sono curioso di riassaggiarlo tra qualche anno!

Sito Web dell’Azienda Vitivinicola: http://www.rochesneuves.com/ 

Nota del 24/10/2013: a distanza di circa un anno dall’ultima bottiglia stappata, si presenta al naso più chiuso; emergono note catramose, di affumicatura spinta che spingono e sovrastano il tutto; dominano sentori di pietra lavica, ma si percepisce anche tanta frutta (ribes) concentrata. Un vino da riassaggiare tra un bel po’ di anni.

mercoledì 26 dicembre 2012

Dolcetto d’Alba DOC 2011 - Cascina Roccalini


Tipo di Vino:             Rosso
Uve                          Dolcetto
Maturazione:            solo acciaio
Titolo alcol.:              12,5%
Fascia di prezzo:       8 euro
Giudizio Enoitaca:    2 anfore

Di colore intenso e violaceo, al naso è fragrante, quasi vinoso (come da macerazione semi-carbonica), con sentori di ciliegia e note di liquirizia e geranio. Di media struttura e discreta persistenza, è un vino disimpegnato e senza fronzoli, capace di allietare la tavola con la sua ottima bevibilità!

lunedì 24 dicembre 2012

Barbera d’Asti DOC Vigna del Noce 1999 Trinchero


Tipo di Vino:             Rosso
Uve                          Barbera
Vinificazione:            utilizzo esclusivo di lieviti indigeni; lunga macerazione
Maturazione:            7 anni in botte grande da 50 hl di legno castagno
Titolo alcol.:              14%
Fascia di prezzo:       39 euro
Giudizio Enoitaca:    5 anfore

Dal colore rubino cupo con bordi quasi violacei, ha l’aspetto di un vino con pochi anni sulle spalle; al naso sbalordisce da subito con profumi di frutta rossa (ciliegia) ancora croccante, che si fondono poi  con note di cuoio, sottobosco e incenso, il tutto su un sottofondo balsamico che incanta chi degusta.
All’assaggio la ricchezza estrattiva, ottenuta da viti quasi centenarie, e i tannini vellutati si esprimono con maestosa eleganza; non manca poi certo di bevibilità, data dalla freschezza innata del vitigno, che ne smorza e bilancia l’elevato grado alcolico; ne risulta un insieme perfettamente integrato, che rende tale vino un “monumento” alla Barbera! 

Sito Web dell’Azienda Vitivinicola: http://www.trinchero.it/

domenica 16 dicembre 2012

Vernaccia di Serrapetrona DOCG Dolce – Alberto Quacquarini


Tipo di Vino:             Spumante Dolce
Classificazione:         Denominazione di Origine Controllata e Garantita
Uve                          Vernaccia Nera
Vinificazione:            Tripla fermentazione
Titolo alcol.:              13%
Fascia di prezzo:       11 euro
Giudizio Enoitaca:    3 anfore

La Vernaccia Nera è un vitigno a bacca rossa, coltivato in una ristretta zona preappenninica della provincia di Macerata, e deriva il nome dal latino “vernaculum”, che significa “del luogo”.
Da questo vitigno si ottiene un raro spumante rosso, prodotto in versione Secco o Dolce, attraverso un metodo piuttosto peculiare, che prevede tre successive fermentazioni: dopo la raccolta, una parte delle uve è vinificata in ottobre, mentre un’altra parte è posta in appassimento per tre mesi ed una volta pigiata, il mosto ottenuto, che può essere anche fatto prima fermentare, si aggiunge al primo vino, provocando un’ulteriore fermentazione; la terza fermentazione di presa di spuma con metodo Martinotti-Charmat lungo ci dona, quindi, quella che è considerata una delle “perla dell’enologia marchigiana”.

Dal colore rosso rubino con una vivace spuma rosa, si presenta al naso con un bellissimo profumo, che ricorda frutti di bosco e spezie orientali; all’assaggio la dolcezza non è eclatante, mentre si fanno notare struttura e aromi di bocca; da servire non troppo freddo (intorno ai 12°C) per esaltare il profumo e smorzare il fin di bocca amarognolo tipico del vitigno.
Si sposa bene con crostate di frutta rossa, pasticceria secca o, magari, gustose sfogliatelle.

Sito Web dell’Azienda Vitivinicola: http://www.quacquarini.it/

lunedì 10 dicembre 2012

Maremma Toscana IGT Bianco 2005 - Massa Vecchia


Tipo di Vino:             Bianco
Classificazione:         Indicazione Geografica Tipica
Uve:                           Vermentino 70% - Sauvignon 15% - Malvasia di Candia
Titolo alcol.:              13%
Fascia di prezzo:       28 euro
Giudizo Enoitaca:     4 anfore

L’azienda Massa Vecchia è sita nell’alta Maremma Toscana, dove ispirata dai principi dell’agricoltura biodinamica, prevede in vigna l’esclusione totale di prodotti chimici, la concimazione con letame prodotto da bovini alimentati con foraggio aziendale e l’utilizzo, come antiparassitari, di zolfo e poltiglia bordolese; in cantina, invece, opera una vinificazione in tini di legno aperti, in assenza di qualsiasi prodotto e tecnologia; la conservazione del vino è in legno, con la sola eventuale aggiunta di solforosa in piccole dosi.

Dal colore quasi ambrato, come a svelare un periodo di macerazione sulle bucce, questo vino mostra al naso sentori di miele, erbe aromatiche, fieno e albicocca secca, oltre a delicate note tostate e ossidative; la mineralità, che si riscontra al naso, è ben percepibile all’assaggio, dove è bilanciata da una gradevole morbidezza. Un vino di buona struttura e persistenza, che lascia la bocca appagata e con una lunga scia di aromi. In questo momento della sua vita, a sette anni dalla vendemmia, si presenta in splendida forma e con una piacevole bevibilità, lasciando presagire un futuro davvero interessante.

Sito web dell’azienda vitivinicola:   http://www.massa-vecchia.com

sabato 8 dicembre 2012

Dalla notte al giorno: il caso Soldera


Come riportato da WineNews, nella notte tra il 2 e il 3 Dicembre degli ignoti hanno distrutto l’intera produzione di una delle più celebri cantine di Montalcino.
La notizia ha suscitato sgomento e indignazione verso chi ha commesso quest’atto vandalico, artisticamente paragonabile alla rottura di un vetro di una cattedrale, annientando così anni di lavoro, speranze, entusiasmi e ambizioni.
Con la speranza che Soldera, nonostante ciò, continui nella sua opera, possa il vino versato alimentare in ognuno di noi la consapevolezza del patrimonio enoico italiano, da difendere e divulgare, perché il vino è arte e l’arte è patrimonio di tutti!

lunedì 12 novembre 2012

Pommard 1er Cru Clos Blanc 1990 Albert Grivault


Tipo di Vino:             Rosso
Classificazione:         Premier Cru
Uve                          Pinot Nero
Titolo alcol.:              13,5%

Fascia di prezzo:       €€€€€
Giudizio Enoitaca:    5 anfore


Dal colore incredibilmente ancora rubino e compatto, si presenta al naso con sentori di frutta matura e sottobosco che ingannano la sua età; dopo alcune rotazioni nel bicchiere è l’alloro che spiana la strada a sentori terziari, di cacao, legno laccato e accenni di goudron, sostenuti da un sottofondo balsamico e mentolato; in bocca si sente la ricchezza di estratti con tannini e sali che accarezzano la lingua, donando al vino una lunghissima persistenza e un finale coronato da bellissimi ritorni di alloro e frutta matura.
Un vino orizzontale e verticale allo stesso tempo, che si esprime con eleganza e si beve con tale facilità da rimpiangere il non avere a portata di mano un’altra bottiglia da stappare.

venerdì 2 novembre 2012

“Il cliente è cliente quando compra per la sesta volta”

Tancredi Biondi Sandi (1893 - 1970)



Voglio riportare una chicca, raccontataci da Jacopo Biondi Santi durante la straordinaria verticale del suo Brunello di Montalcino Riserva, tenutasi il 1 Ottobre 2012 presso l’Hotel Rome Cavalieri in occasione del 46° Congresso Nazionale AIS.
Mio nonno (Tancredi Biondi Santi) diceva: “Il cliente è cliente quando compra per la sesta volta; la prima compra per il nome, la seconda per la curiosità, la terza per avere delle conferme, la quarta compra perché comincia a capire la vera entità del prodotto che ha a casa e lo apprezza, la quinta lo apprezza davvero e la sesta compra davvero; dopo sei volte è un cliente”.
Poi quasi sospiroso aggiunge: immaginate un pochino nel mondo di oggi fare un discorso del genere, sarebbe pura follia.

sabato 27 ottobre 2012

Montepulciano d'Abruzzo - Valentini (Verticale 2001-1968)

Congresso Nazionale AIS, Hotel Rome Cavalieri – 1-2 Ottobre 2012


Purtroppo Francesco Paolo Valentini non è stato con noi a raccontarci dei vini di questa incredibile verticale, perché impegnato con le sue viti; in compenso erano più che presenti le bottiglie del padre Edoardo!  Uno spettacolo solo a vederle! Lì in fila sul tavolo, ognuna accompagnata dal suo profumato e antico sughero; belle e sporche, come appena uscite dalla cantina in cui così a lungo hanno soggiornato. I paggi sulle etichette giallastre tengono ben tesa con le mani la scritta “Montepulciano d’Abruzzo” e sembrano quasi invitare gli astanti a prendere posto per iniziare la degustazione condotta da Paolo Lauciani.

Valentini Montepulciano d’Abruzzo 2001
Dal colore rosso rubino carico, si presenta un po’ chiuso al naso, lasciando trasparire man mano aromi diversi ma “profondamente legati l’uno con l’altro”, quindi difficili da discernere, e su cui predomina la frutta rossa e il sottobosco. In bocca si esprime in modo più esuberante; è saporoso, con un’acidità vibrante, che maschera bene il titolo alcolometrico (14%), e una trama tannica presente ma levigata; il tutto dà una sensazione di un buon equilibrio.

Valentini Montepulciano d’Abruzzo 1997
Dall’aspetto integro e dal colore rosso rubino impenetrabile, al naso mostra una maggiore evoluzione e intensità rispetto al 2001, dispiegando un bouquet con cenni d’incenso, tabacco, olive nere, liquirizia, menta, eucalipto e fiori appassiti. In bocca la freschezza è ancora evidente, ma più arrotondata, così come la trama tannica; il vino è più morbido e avvolgente rispetto a quello dell’annata precedente, ma soprattutto più lungo con ritorni di tabacco, liquirizia e menta.

Valentini Montepulciano d’Abruzzo 1985
Dal colore rosso rubino carico con un’unghia granata che inizia a manifestarsi in modo più deciso e invadente, si esprime con un naso più intenso e interessante, con netti sentori di olive nere, cui fa seguito un corredo aromatico disegnato su note affumicate, sentori di cacao, tabacco, eucalipto e liquirizia. In bocca è davvero gustoso, equilibrato e impreziosito da un lungo finale con ritorni di tabacco, caffè e cacao.

Valentini Montepulciano d’Abruzzo 1970
Il colore di questo vino è granato, con una maggiore trasparenza rispetto a quello delle altre annate. Al naso si presenta balsamico ed elegante, caratterizzato da una spiccata aromaticità terziaria; i sentori sono di legno vecchio aromatico, liquore di liquirizia e ferro. In bocca è straordinario, l’acidità ancora vivida rende la bevibilità eccezionale; dal corpo un po’ più esile, ma perfettamente equilibrato nelle sue parti, incanta con un lungo finale balsamico e ritorni di liquirizia.
 
Valentini Montepulciano d’Abruzzo 1968
Dal colore più intenso rispetto al 1970, presenta al naso un profumo ammaliante, coinvolgente e intenso, che si manifesta dapprima con un netto sentore di ruggine, accompagnato poi da note di caffè, tabacco e legno vecchio aromatico. In bocca è integro, il tannino è più aggressivo rispetto al vino dell’annata precedente, ammorbidito anche da un’alcolicità minore, e ciò nel complesso dà un’idea di vino un po’ più rustico; mentre il finale è bellissimo con ritorni speziati.

mercoledì 24 ottobre 2012

Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi – Tenuta il Greppo (Verticale 1985-1955)

Congresso Nazionale AIS, Hotel Rome Cavalieri – 1-2 Ottobre 2012


Immaginate una verticale di 7 straordinarie annate della Riserva Tenuta il Greppo, tutte bottiglie introvabili e costosissime!
Capirete l’attesa per l’evento, la cui disponibilità era già esaurita dopo appena una settimana dall’annuncio e a distanza di ben quattro mesi dallo evento stesso!

Jacopo Biondi Santi, insieme a Paolo Lauciani e Armando Castagno, ci accompagna in questa irripetibile degustazione, un viaggio a ritroso nel tempo, partendo dal 1985 fino a giungere alla mitica annata 1955.

Brunello di Montalcino Riserva Tenuta il Greppo 1985
 “E’ stata grande vendemmia, non eccezionale, non stratosferica come ad esempio il 1983, il 1971 o il 1955” riferisce Jacopo Biondi Santi, “e quindi, quando c’è questo tipo di vendemmia, il vino affina prima, ha una vita meno lunga, però è più pronto durante la prima parte, cioè dai 10 ai 25-30 anni di età”. “Il 1985 in Toscana è stata una grossa eccezione, un’annata piuttosto calda, di vini molto ricchi in Italia, al centro e al nord; invece, nella Toscana centrale, i vini sono risultati molto duri, molto chiusi, ma che hanno bocche debordanti, potentissime dal punto di vista della sapidità” replica Armando Castagno, “la Riserva 1985 è un vino emblema di ciò che la Riserva Brunello di Montalcino di Biondi Santi dovrebbe essere sempre, cioè un vino fatto quasi esclusivamente di tattilità, non è un vino di profumi accattivanti, non è un vino di profumi sorridenti”.
L’incipit è, infatti, delicato; dal naso un po’ chiuso, ma che poi si apre con delicatezza evocando sentori di liquore di ciliegia, calcare, note speziate, terra battuta e sottobosco, molto elegante; risultando poi in bocca potentissimo e molto sapido, con persistenti note agrumate e minerali.

Brunello di Montalcino Riserva Tenuta il Greppo 1983            
“E’ stata una vendemmia eccezionale, con piogge fino alla fine di Giugno, qualche pioggia durante Luglio, secco quasi tutto il mese di Agosto, con qualche pioggia verso il 15-16 del mese, e poi secco fino alla vendemmia; questo è un andamento stagionale perfetto per le nostre microzone!” spiega Jacopo Biondi Santi.
“Troviamo un naso, che a paragone del 1985, dimostra un carattere molto più estroverso, molto più espressivo” dice Lauciani, “un bouquet di fiori straordinario”, è stato, infatti, facile riscontrare sentori di rosa e violetta un po’appassita, che insieme a un tocco balsamico e a lievi sentori speziati fanno da presagio ad una lunga vita per questo vino; in bocca è meno potente del 1985, ma più elegante, con un tannino più maturo, più levigato e soprattutto dotato di un’ottima bevibilità, sintomo di un grande equilibrio, “di un’energia, di un bilanciamento tra le parti, che rende” dice Lauciani “la bevibilità appagante, emozionante, ma al tempo stesso di estrema facilità”.

Brunello di Montalcino Riserva Tenuta il Greppo 1975
“E’ stata, dopo il ’71,  la miglior vendemmia degli anni ’70” esordisce Jacopo Biondi Santi, “l’andamento stagionale è stato perfetto”. “Dal colore ancora integro, nonostante i suoi 37 anni di età” dice Castagno, “al naso ha almeno due aspetti, tali da rimanere attoniti per la definizione, la scansione dei profumi, il primo è l’evocazione delle foglie di menta, in particolare del mentolo, rimanda al tabacco alla menta, di grande freschezza, poi il secondo è l’evocazione di una crostata di visciole; tutti sentori disegnati dall’acidità. Indubbiamente il naso ha una freschezza, una gioventù maggiore rispetto al contegno gustativo che ha già abbastanza ben declinati sentori terziari più puri, come quello della ghisa, della saldatura, del dattero, una nota un po’ più dolce, un tannino un po’ più sciolto, più polimerizzato.”  

Brunello di Montalcino Riserva Tenuta il Greppo 1971
“E’ stata come in parecchie zone d’Italia” spiega Jacopo Biondi Santi, “un’annata eccezionale”.
“In questo vino la prima impressione olfattiva”, dice Lauciani, “è quella di ferro e di asfalto bollente bagnati dalla pioggia e che si stanno di nuovo raffreddando, poi l’idea delle erbe aromatiche, officinali, e ancora la sensazione di rosa essiccata.” In bocca si mostra equilibrato, prima fresco, poi sapido, di una succosità che invoglia al riassaggio e con un finale di ritorni agrumati.

Brunello di Montalcino Riserva Tenuta il Greppo 1964
“La vendemmia è stata perfetta in tutti i suoi punti” spiega Jacopo Biondi Santi, aggiungendo che “il 1964, come il 1955, sono vini che vengono due, tre volte in cento anni”; continua poi dicendo che “il ’64 oggi è nel momento più bello della sua vita, ha una nota importante di goudron, ma ha anche l’inizio della pietra focaia, che rappresenta la terza età; è un vecchietto potente, importante, che porta bene la propria età”.
“Questo è un vino sul quale francamente cade un po’ la voglia di mettersi a raccontarlo con i canoni consueti” interviene Castagno, “scrissi su Bibenda che questo è uno dei più emozionanti rossi italiani del XX secolo, e lo penso ancor di più dopo questo ulteriore assaggio”.
Nel bicchiere si presenta sorprendentemente rubino nel colore; “è un vino esoterico” dice Castagno, “ed ha questa assurda integrità al naso che parla ancora di ciliegia fresca, rossa e di mille altre cose indescrivibili”; personalmente mi hanno colpito le note di legno vecchio aromatico, con ricordi di spezie orientali, di incenso, come di una firma sublima ed elegante della Biondi Santi, che ho riscontrato, seppur in diesis minore, anche in altre annate molto più giovani.
In bocca “la dinamica gustativa incarna il concetto stesso di autorevolezza di un vino” legge Castagno da un suo articolo, “ha un incedere solenne, un’acidità viva e perfettamente integrata, e il tessuto del vino ne trae una miracolosa scorrevolezza (…) la persistenza è talmente lunga e ricca di sapori da lasciare letteralmente ammaliati”.

Brunello di Montalcino Riserva Tenuta il Greppo 1958
“Il ’58 è una Riserva che somiglia abbastanza al 1985” dice Jacopo Biondi Santi, “non è una grandissima pietra miliare, ma è un vino che oggi ha l’espressione migliore di se stesso”.
Al naso si caratterizza per spiccati accenti di pietra focaia e nocciola, che svettano su sentori più pacati di caffè, cioccolatino al peperoncino e goudron.
“Nella sua morbidezza ed eleganza” continua Jacopo, “siamo proprio al limite della sua vita”.

Brunello di Montalcino Riserva Tenuta il Greppo 1955
Questo è stato l’unico vino italiano ad essere inserito da Wine Spectator in una cassetta ideale contenente i migliori 12 vini del XX secolo.
“Il problema da porsi sempre, nell’analisi di un vino molto spinto sulla terziarizzazione, è quanto la terziarizzazione riesca a sfigurare il vino e quanto, invece, resista al decadimento ossidativo delle sue componenti aromatiche” spiega Armando Castagno, che dopo l’assaggio aggiunge “questo è un vino (il ’55 Riserva) dalla tempra guerriera nei confronti dell’ossigeno, reagisce non ossidando, ma facendosi plasmare dall’ossigeno”.
L’enorme complessità aromatica ne rende difficile la descrizione; i sentori spaziano da note carnose a note di tabacco, da sentori di caffè a sentori di goudron, seguono sottobosco, confettura di prugna, erbe aromatiche e accenni floreali; in bocca è perfettamente equilibrato e con un finale da “applauso”.


Finita la degustazione, esco dalla sala. Gli ultimi sprazzi di un sole pomeridiano definiscono i contorni di sempreverdi, che dall’alto della terrazza di Monte Mario vedo stagliarsi su di un cielo ancora azzurro. Piante che non subiscono le ingiurie dell’autunno incalzante, ma che fresche e rigogliose si distinguono dalle altre, così come ai miei occhi paiono quei vini che, spinti da un’alchemica energia, sento ora affinarsi nella mia mente, facendo evolvere il mio pensiero.


domenica 14 ottobre 2012

Visita al Museo del Vino

Palazzo Graziani-Baglioni, Torgiano (PG) – 6 Ottobre 2012


Capita spesso di ritrovare nei musei qualche reperto inerente al mondo del vino, più raro è invece trovare un museo dedicato esclusivamente al nettare di Bacco; quindi, quando in un fine settimana trascorso in Umbria ho appreso l’esistenza di un museo a Torgiano, mi ci sono precipitato!
Il museo, realizzato dalla famiglia Lungarotti, ha sede in un antico palazzo del centro storico del paese. L’ingresso, costato 7 euro, è comprensivo anche di una visita al vicino “Museo dell’Olivo e dell’Olio” e di una piccola degustazione nell’osteria accanto; non manca inoltre il sussidio di un audio-guida gratuita e la descrizione dei singoli reperti che s’incontrano lungo il percorso di visita. Questi ultimi sono i più svariati, si va da quelli etruschi ai famosi enodotti dell’antichità, da arnesi arcaici per la viticoltura a raffinati calici seicenteschi che ornavano le tavole gentilizie; non mancano poi opere d’arte che celebrano il mito del vino, tra queste spicca un piatto di Mastro Giorgio, maestro ceramista del cinquecento eugubino. Antichi torchi per la pigiatura delle uve sono ospitati nel seminterrato del palazzo, dove domina un enorme “torchio catoniano”, così chiamato in quanto modelli simili furono descritti dal latino Catone.
Se siete degli enofili e vi trovate a passare nei dintorni, merita sicuramente una visita!

Per ulteriori informazioni rimando al Sito Web della Fondazione Lungarotti: http://www.lungarotti.it/fondazione/index.php

domenica 23 settembre 2012

Fara DOC 2007 - Il Chiosso


Uve:                            Nebbiolo e in piccola parte Vespolina
Maturazione:             in botti grandi di rovere francese e di Slavonia
Titolo alcol.:              14,5%
Fascia di prezzo:       15-20 euro

Giudizio Enoitaca:     4 anfore

Ottenuto da vecchie viti coltivate su terreni argilloso-sabbiosi a base acida della collina “Caramino”, questo vino mi ha sorpreso per la sua eleganza olfattiva, giocata su note di spezie dolci, come la cannella, ben amalgamate con la parte fruttata, che si esprime con sentori di prugna.
In bocca l’attacco è acido, e questa freschezza persiste anche dopo che il vino ha lasciato la bocca, rendendo così facile la beva; i tannini sono presenti, ma non irruenti; nonostante l’elevata gradazione alcolica dichiarata, l’alcol non disturba la fase gustativa, ma ben integrato con le altre componenti del vino regala un tocco olfattivo balsamico.
Anche se giovane l’ho apprezzato molto! Sono curioso di rivederlo (…e di riberlo!) tra qualche anno.

Sito Web dell’Azienda Vitivinicola: http://www.ilchiosso.it/ 

venerdì 21 settembre 2012

Bourgogne "Pasquier des Chênes" 2008 Domaine Marchand-Grillot


Tipo di Vino:             Rosso
Classificazione:         Bourgogne
Uve:                           Pinot Nero
Vinificazione:            12-15 giorni di macerazione
Maturazione:            parte in acciaio e parte in botte per 12 mesi.
Titolo alcol.:              13%
Fascia di prezzo:       23 euro

Giudizio Enoitaca:     4 anfore

Prodotto da uve coltivate su un terreno sabbioso ai piedi della collina, tra Gevrey-Chambertin e Morey-Saint-Denis, questo vino ammalia fin da subito con i suoi vivi ed eleganti profumi fruttati e floreali; dopo alcune rotazioni nel bicchiere si colgono note di sottobosco e, infine, sentori di caffè; in bocca all’iniziale spinta acida segue una succosa sapidità, che denota ricchezza di estratti.
Un vino davvero interessante che mi ha colpito per la sua immediatezza e freschezza olfattiva.

Sito Web dell’Azienda Vitivinicola: http://www.domaine-marchand-grillot.com

La fermentazione vista in trasparenza

Ecco il mosto trasformarsi in vino in un video davvero interessante!

sabato 15 settembre 2012

Gli appuntamenti della Domenica mattina

Enopanetteria “I Sapori della Tradizione”, Melito di Napoli – 16 Settembre 2012



Ecco le bottiglie in degustazione Domenica mattina 16 settembre presso l’Enopanetteria “I Sapori della Tradizione”! Si tratta di prodotti dell’azienda vitivinicola “Il Chiosso”, un’azienda che, lavorando nel rispetto della natura, reca nel nome l’importanza attribuita al terroir nell’Alto Piemonte (in questa zona, infatti, il “chiosso” rappresenta un vigneto delimitato da un muro di pietra per la sua propensione a creare vini unici).  

martedì 24 luglio 2012

7x7 Il Fiano e il terroir con Vincenzo Mercurio

Enopanetteria “I Sapori della Tradizione”, Melito di Napoli – 30 Maggio 2012


Il Fiano è un antichissimo vitigno a bacca bianca, ritenuto originario della zona di Lapio, nelle colline a est di Avellino; circa le origini del suo nome, secondo alcuni deriva dalle uve “apianae”, gradite alle api per via della dolcezza degli acini, secondo altri dalla presunta importazione del vitigno in Campania da parte di coloni provenienti dal Peloponneso, l’antica Apia.

In questa serata organizzata dall’AIS Napoli abbiamo esplorato, in compagnia dell’enologo campano Vincenzo Mercurio, le zone di coltivazione di questo vitigno; l’evento si è svolto attraverso una degustazione di sette vini di sette differenti zone ed ha visto come prima tappa il caldo Cilento, dal terreno formato da arenarie compattate e nel cui vino è estremizzata la parte non fruttata (fieno, macchia mediterranea); ci siamo poi spostati nel Sannio, dove una maggiore disponibilità idrica e un terreno costituito da roccia calcarea, sabbia e argilla, danno al vino spiccati aromi fruttati (frutta esotica, banana) e una maggiore morbidezza al gusto; non poteva certo mancare l’Irpinia, zona d’elezione del Fiano, dove, su terreni caratterizzati a Lapio da sabbie scure di origine vulcanica e a Candida dalla presenza di strisciate di ceneri vulcaniche a vari livelli di profondità, i vini assumono connotazioni più eleganti e una maggiore complessità aromatica, che nel vino di Montefredane (il comune più freddo) è orientata su toni più erbacei. Ultima zona del nostro percorso è stata quella in provincia di Taranto, caratterizzata da terreni calcareo-sabbiosi e da una discreta disponibilità idrica, nel cui vino è, però, da segnalare una presenza, seppur modesta, di Chardonnay, il cui ruolo nell’espressione aromatica e gusto-olfattiva del vino è stato oggetto di discussione.

Da questo excursus è emersa l’importanza del terroir nel determinare il profilo e il carattere di un vino; l’esempio del Fiano ha permesso, infatti, di trarne conclusioni più generali, che provo così a riassumere: Stesso vitigno + Stesso enologo + Diversi terroir = Vini differenti.
Volendo con ciò evidenziare sia l’effetto plasmante che può avere un terroir sul vino, sia la capacità di un vino di interpretare e regalare a chi degusta ciò che ha da esprimere un territorio.

I vini degustati durante la serata:

Cilento DOC Vignolella 2011 – Cantine Barone
Fiano 100%

Sannio DOC Fiano 2011 – Fattoria La Rivolta
Fiano 100%

Fiano di Avellino DOCG Lapio 2011- Cantine San Paolo
Fiano 100%

Fiano di Avellino DOCG 2010 – Tenute Sarno 1860
Fiano 100%

Fiano di Avellino DOCG Pietramara Etichetta Bianca 2010 – I Favati
Fiano 100%

Fiano di Avellino DOCG Montefredane 2011- Cantine San Paolo
Fiano 100%

Salento IGT Amure 2011 – Tenute Eméra
Fiano 85% - Chardonnay 15%

Sito Web dell’enologo Vincenzo Mercurio: http://www.vincenzomercurio.com/

Le foto della serata sono sul Blog AIS Napoli al seguente link:
http://www.aisnapoli.it/2012/06/04/7x7-fiano-con-vincenzo-mercurio/

martedì 15 maggio 2012

Vino al Vino


Titolo:            Vino al Vino
Autore:          Mario Soldati 
Editore:          Mondadori

Non c’è nulla di più bello di una persona che facendo tesoro delle proprie esperienze le comunica ad altri; e quando la comunicazione è così “vivida”, come traspare dalle pagine di questo libro, allora la sua opera diventa “capolavoro”.
Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, Mario Soldati, intraprende tre “viaggi di assaggio” in Italia “alla ricerca di qualche vino genuino” e, in questa sua costante ricerca, descrive aneddoti, luoghi e personaggi incontrati; ne nascono opinioni e riflessioni circa il mondo del vino, che a distanza di tanti anni si rivelano sorprendentemente attuali.
In modo piacevole e scorrevole, Soldati, con grande umiltà, scrive le sue “impressioni personali, private, fuggitive, e affrontando il rischio, qualche volta di sbagliare”; ne risulta un’opera capace di emozionare, così come talvolta suole fare “qualche vino”.



venerdì 11 maggio 2012

Corso Ais di qualificazione professionale per Sommelier - 2° livello

Hotel Crowne Plaza, Caserta – Gennaio-Maggio 2012


Questa volta è stata l’elegante e moderna cornice dell’Hotel Crowne Plaza di Caserta a ospitare il secondo livello del Corso di qualificazione professionale per Sommelier.

In questo secondo livello, articolato in quindici lezioni, ci sono stati tratteggiati i caratteri delle regioni vitivinicole d’Italia e del Mondo, con particolare attenzione al legame dei vini con il territorio; abbiamo avuto, inoltre, occasione di perfezionare la tecnica di degustazione del vino, determinante per poterne apprezzare ogni sfumatura sensoriale e per esprimere un giudizio sulla sua qualità.

Questa seconda parte del corso se non è affrontata come un’arida memorizzazione delle “denominazioni d'origine” con i relativi disciplinari di produzione, ma come un viaggio alla scoperta delle varie realtà vitivinicole esistenti in Italia e nel Mondo, risulta sicuramente piacevole ed intrigante.
Durante i vari incontri, i relatori hanno, infatti, cercato di trasmettere l’essenza di ogni regione, spiegandoci come le tradizioni e gli eventi storici si siano inseriti nel contesto della produzione vitivinicola attuale (compito davvero non facile!).

Quest’esperienza ha rafforzato ulteriormente in me la voglia di esplorare il meraviglioso mondo del vino, caratterizzato dalla sua infinita e affascinante varietà di espressione, e capace di trasmettere in un bicchiere il territorio, i vitigni e le fatiche umane a esso sottese.

lunedì 9 aprile 2012

Il Vino secondo Fulvio Bressan

Enopanetteria “I Sapori della Tradizione”, Melito di Napoli – 05 Aprile 2012


Non capita spesso di incontrare una persona, così coerente nell’aspetto fisico e nella personalità, ingombrante nella sala quanto nella scena, che con una logorroica voglia di esprimere il proprio pensiero porta chi lo ascolta a riflettere sui più disparati argomenti circa il mondo del vino; dal lavoro in vigna alle pratiche di cantina, da com’è concepito il vino dai produttori alle opinioni dei consumatori, dalle mode attuali alle regole del mercato. Con lui tutto è messo in discussione!

Con caparbietà, rispetto per la vigna e per il lavoro, Fulvio Bressan è riuscito a infondere nei suoi vini non solo le caratteristiche di un territorio ma a esprimere anche la sua estroversa personalità.

Tra i suoi vini, il Pinot Nero è forse quello che gli somiglia di più; vitigno in grado di esprimere nel bicchiere il terreno (e il territorio) su cui è coltivato, sembra questa volta attingere direttamente dal suo produttore; si presenta, infatti, di un vivace rosso rubino, corposo, “ruvido” di tannini, il più pieno Pinot Nero mai provato.

La Schioppetino mostra invece la sua esuberanza, il suo essere eccessivo, nelle intense note speziate di pepe, incenso e cedro che inebriano chi lo degusta e che richiamano nella mia mente luoghi di culto del Maghreb.

La storica miniverticale di Pignol (1981,1986 e 1991) si presenta con vini dotati di una forza primitiva ma allo stesso tempo sapiente, sfrontata ma ben definita nei suoi caratteri, che richiamano l’immagine di un liquido primordiale, di una “terrosità” antica, difficile purtroppo (o per fortuna di pochi) da interpretare, ma che sicuramente hanno stimolato la mia curiosità, portandomi dopo un paio di giorni a ritornare sul luogo del delitto per degustare un Pignol 2000, sperando di trovare nella più giovane annata una chiave di lettura di quest’evoluzione.
Questo vino, nel pieno della sua giovinezza (ha solo 12 anni!), è stata una rivelazione. Un vino dalla forza davvero straordinaria, di un vivace rosso rubino con una sottile unghia granata, che al naso regala sentori di more, sottobosco, terra umida (quella che poi ho trovato così marcatamente primordiale nella sua evoluzione!), spezie delicate e carezzevoli su un sottofondo balsamico e di anice stellato; al gusto è pieno, fresco, corposo e con tannini vellutati, persistente e con suadenti ritorni di cannella.  

 “Dico quello che penso e faccio quello che dico”, queste le parole di Fulvio Bressan, figura pittoresca e controcorrente nel panorama enologico italiano, che invita tutti a “guardare il vino con gli occhi di chi vuole comprendere e non solo accettare”.

Sito Web dell'Azienda vitivinicola: http://www.bressanwines.com/ 

Le foto della serata sono presenti sul blog AIS Napoli al seguente link:

Altre foto sono anche sulla pagina facebook dell’Enopanetteria “I Sapori della Tradizione” al seguente link:

domenica 19 febbraio 2012

Cerere vs Bacco all’Enopanetteria

Enopanetteria “I Sapori della Tradizione”, Melito di Napoli – 27 Maggio 2011

Serata dedicata alle “bontà” della provincia di Salerno, questa organizzata dall’AIS Napoli, e che ha visto protagonisti birra e vino, accompagnati dai formaggi del Caseificio Aurora di Sant’Egidio del Monte Albino (SA) oltre al tradizionale buffet di pizze di Stefano Pagliuca.

In prima battuta è stata protagonista la birra, cui ha dato voce Simone Della Porta, pittoresco mastro birraio e titolare del microbirrificio artigianale “Il Chiostro” sito in Nocera Inferiore (SA), che ha spiegato come la sua ottima produzione fosse quantitativamente limitata, perché legata alla caratteristica produzione del mosto, che prevede un impianto a fuoco diretto, anziché a vapore, con la peculiarità di ottenere una caramellizzazione degli zuccheri, con tanto di guadagnato per colore e sapore.

E’ stato poi il turno del vino, che, con la presentazione dell’Azienda San Salvatore e dei suoi vini, ci ha portato per un po’ a respirare l’aria del Cilento; dove i vigneti dell’azienda, bagnati dal sole, rinfrescati dal mare e circondati da bellezze archeologiche e naturali, non potevano che dare vini sorprendenti per personalità, impreziositi anche dalla consulenza dell’enologo Cotarella.
“Ho visto un bufalo tra le vigne ed ho bevuto vino” è il curioso motto di quest’azienda dal recente esordio enologico, ma che da anni si dedica all’allevamento di bufale, riportate simpaticamente stilizzate in etichetta.


Tra i vini degustati, segnalo:

Paestum IGT Vetere 2010
Aglianico 100% - Acciaio
Si presenta di un bellissimo e luminoso rosa cerasuolo; delicato al naso, che svela sentori di lampone, rosa canina e note di frutta esotica; in bocca spicca una viva acidità che sovrasta le delicate sensazioni minerali, meglio percettibili sul finale.

Paestum IGT Jungano 2009
Aglianico 100% - 6 mesi tra botti grandi, barrique e acciaio
Rosso rubino con riflessi violacei; al naso ammalia con sentori di prugna, ciliegia, viola e sottobosco, seguiti poi da sussurri di spezie dolci come cannella e vaniglia; in bocca si presenta caldo e con tannini abbastanza setosi, buona l’acidità.

Sito Web del birrificio: http://www.ilchiostro.net/

Sito Web dell’azienda vitivinicola: http://www.sansalvatore1988.it/

sabato 18 febbraio 2012

Cantina "Sant'Andrea" - Borgo Vodice (LT)


Quando si parla dell’Azienda Sant’Andrea, inevitabilmente, il mio pensiero va a Sabaudia, località balneare all’ombra del Circeo, dove ero solito trascorrere le vacanze estive da bambino; allora negli anni ’80 quando mio padre diceva “andiamo a prendere un po’ di vino buono”, si andava nell’agro pontino, a Borgo Vodice, a pochi chilometri nell’entroterra, dove ha sede la cantina dell’azienda.
La famiglia Pandolfi da più generazione coltiva la vite e produce vino, una passione per questo lavoro che ha resistito a molte avversità, la fillossera prima e l’espropriazione poi nel 1964 dei loro vigneti in Tunisia, dove nel 1880 Andrea Pandolfi con la famiglia si trasferì dopo aver venduto i vigneti di Pantelleria.  
Di ritorno in Italia, i Pandolfi acquistarono terreni in questa terra, ricca di storia e mitologia, coltivando vitigni autoctoni e internazionali.
Degni di nota e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo sono i vini della “Selezione Acquerelli”, che ritraggono in etichetta i luoghi più belli e pittoreschi della zona, e tra questi spiccano quelli ottenuti dal locale Moscato di Terracina, vitigno dalle suadenti note aromatiche che dà ottimi risultati in versione passito (Capitolium), ma che ritroviamo anche come vino fermo e spumante, in stile secco (Oppidum) o dolce (Templum).


Sito Web dell’azienda: http://www.cantinasantandrea.it/
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