mercoledì 14 ottobre 2015

Il Vino di Carema riassunto in 7 punti

Foto presa dal web


"...  sotto la pioggia, che batte strepitosa e allegra, continua il traffico proprio a questa strana, unica città: passano contadine con brente sulle spalle, con tubi di gomma attorno al collo. Dagli scantinati delle rare casette, che incontriamo inoltrandoci in questo immenso labirinto di gallerie verdi e di rustici colonnati, ci investe, nella pioggia, profumo di vino giovane. Finché comprendiamo il motivo della nostra gioia, e ci diciamo che da qualche minuto stiamo provando quella stessa sensazione violenta e irripetibile che ci colse quando la prima volta vedemmo le gondole, i grattacieli, il métro. Carema ha una struttura strana e meravigliosa, che le deriva appunto dalla sua ubicazione e dalla sua funzione, appunto come Venezia e New York. Non diversamente da queste città, la sua bellezza è unica..." Queste le sensazioni di Mario Soldati quando, per la prima volta, vide Carema... "la città-vigneto" posta a nord-ovest del Piemonte, nel Canavese.

 

1. In questa zona che confina con la Valle d'Aosta, tra le provincie di Biella e Torino, in un paesaggio caratterizzato da altissimi terrazzamenti, scavati dai contadini nella roccia e riempiti da terra portata dalla valle con le gerle, si trovano "colonne di pietra inghirlandate di vigna" (Cit. M. Soldati), vigneti coltivati a pergola.

 

2. Questi pergolati, le “topie”, sono sostenuti dai caratteristici “pilun” in pietra e calce... possenti e tozze colonne doriche che, come spiega il Soldati, "non servono soltanto di sostegno, e, perciò, non sono sproporzionate: esse trattengono il calore del sole anche dopo che il sole è tramontato, e, quasi stufe, lo riflettono sui tralci e sui grappoli, smorzando e sfumando quel quotidiano abbassamento di temperatura, fra il giorno e la notte, che in montagna è molto più sensibile che non in collina o in pianura, e molto più dannoso alla maturazione delle uve"... donando così al vino quel "gusto inimitabile di sole e pietra".

 

3. Su queste terre di origine morenica (ossia originate da detriti accumulati e trasportati dai ghiacciai), la tradizione vitivinicola vanta un antico passato ed il vino qui prodotto fu definito da Sante Lancerio, bottigliere del Papa Paolo III Farnese, "un'ottima e perfetta bevanda da principi e signori".

 

4. Tutelato dall'omonima DOC, il vino di Carema è ottenuto per almeno l'85% da uve del vitigno Nebbiolo, che qui è chiamato "Picotendro" per via degli acini piccoli e teneri.

 

5. Vino di grande longevità, il Carema affina per un periodo minimo di 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere o di castagno; per la tipologia Riserva l'invecchiamento è di almeno 36 mesi.

 

6. Nel bicchiere suole avere un colore rosso granato che nei lunghi anni di affinamento nelle botti e, successivamente, in bottiglia, acquista bellissime tonalità aranciate; al naso gli aromi iniziali di rosa e violetta si intrecciano ai sentori di frutta sotto spirito e a quelli speziati di pepe, di tabacco e di cuoio; etereo, strutturato, complesso dal punto di vista gustativo e con buona persistenza aromatica... è un vino tannico, nel quale le morbidezze vanno a comporre un buon equilibrio.

 

7. Lo berremo con arrosti, selvaggina, lepre in salmì, carni rosse, pietanze arricchite da tartufo,  formaggi stagionati non piccanti ma anche fuori dai pasti senza alcun abbinamento come vino da “meditazione” o da "caminetto".

 
Per concludere... Ecco alcuni tra i migliori produttori in base agli assaggi fatti da me finora: Cantina Produttori "Nebbiolo di Carema", Ferrando.



Se hai trovato questo post interessante... dà un'occhiata al mio ebook "Nozioni su vini, vitigni e zone vitivinicole d'Italia".

 



Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per la visita.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...