Tocai Friulano (Fonte: www.saporedivinoenoteca.it) |
Era
il marzo del 2011, quando per lavoro mi recai per la seconda volta ad Udine. In
quei giorni, nel tardo pomeriggio, ero solito concedermi una passeggiata lungo le
bellissime e candide vie del centro, che si concludeva con una piacevole sosta in un bar di
fronte palazzo Belgrado (sede della Provincia). Proprio lì alcuni amici del
luogo, sapendo che frequentavo da poco un corso per sommelier, vollero divertirsi
offrendomi l'assaggio di un calice di bianco. Con mio e loro stupore (per chi si sta approcciando ai rudimenti della degustazione è una piccola soddisfazione!) riuscii ad
identificare alcuni sentori di quel vino riportati in etichetta... si trattava
di un Friulano!
1.
Il Tocai Friulano è un vitigno a
bacca bianca ampiamente diffuso nel Friuli ed al quale si attribuiscono anche
proprietà taumaturgiche, da cui il detto "cul
Tocai a sparissin duc'i mai" (ossia, "con il Tocai spariscono
tutti i mali").
2.
L'origine di questo vitigno è stata a lungo discussa ma, a quanto pare, studi genetici
ne hanno rivelato una coincidenza con il Sauvignonasse,
vitigno francese un tempo diffuso nella zona di Bordeaux e man mano abbandonato
a favore del Sauvignon Blanc, con il quale probabilmente arrivò in Friuli a
metà dell'Ottocento.
3.
Il grappolo è piuttosto compatto e presenta due ali; l'acino mostra una buccia
leggera, non particolarmente spessa: fattore che, unito alla compattezza del
grappolo, rende questo vitigno molto sensibile alle piogge durante l'epoca di
maturazione (che avviene nella prima o seconda decade di settembre). L'epoca di
germogliamento è, invece, tardiva: ciò mette al riparo questo vitigno da
eventuali gelate primaverili.
4.
Lo troviamo in purezza in quasi tutte le DOC friulane, nella DOCG interregionale Lison
e in alcune DOC venete.
Il Tocai Friulano, inoltre, concorre (in misura non inferiore al 50%) nella
DOCG Rosazzo.
5.
Attualmente l'Unione Europea ha vietato l'utilizzo del termine
"Tocai" per indicare il vino ottenuto da questo vitigno (indicato ora
solo con il termine "Friulano" o "Tai" in Veneto), al fine
di evitare nel consumatore errori di confusione con il famoso Tokaji ungherese
(vino il cui nome richiama una regione storica dell'Ungheria e che si ottiene
perlopiù dal vitigno Furmint).
6. Dà un vino fine e delicato, con note fruttate e sentori di fiori di campo, fieno
ed erbe aromatiche; pieno e strutturato in bocca, ha di solito una buona
alcolicità, una fresca vena acida, una consistente morbidezza e un’elegante
sapidità finale; non disdegna un modico affinamento in bottiglia: dopo due o
tre anni dalla vendemmia esprime, infatti, tipici sentori minerali e un finale
di bocca che ricorda la mandorla amara.
7.
Il vino che se ne ottiene ben si abbina, quindi, a piatti di mare, carni
bianche, frittate di verdura e prosciutto crudo.
Per
concludere... Ecco alcuni tra i migliori produttori in base agli assaggi fatti
da me finora: Gigante, i Clivi di Ferdinando Zanusso, Le Vigne di Zamò, Miani, Tenuta Luisa.
Se
hai trovato questo post interessante... dà un'occhiata al mio ebook "Nozioni
su vini, vitigni e zone vitivinicole d'Italia".
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