Sagrantino (Fonte: www.oenogrape.com) |
Spesso
mi chiedevo come i sommelier riuscissero a fare descrizioni così ampie e
variegate di un vino roteando il calice. All'epoca avevo meno di vent'anni ed i
miei "assaggi" fatti con gli amici erano rivolti più alla quantità
che alla qualità... il vino era semplicemente un tramite per il divertimento.
Finché un giorno, di ritorno da un viaggio in Umbria, i miei genitori vollero
farmi provare a pranzo una loro piacevole scoperta. Dalla bottiglia sgorgava un
vino cupo ed impenetrabile, importante al gusto e portentoso al naso. Ricordo
che fui ammaliato dai suoi sentori di frutti di bosco e spezie... allora
capii... capii che il vino poteva recare in sé un piacere intrinseco, capii che
non tutti i vini erano tra loro uguali. Quel vino riuscì a cambiare il mio
approccio al nettare di Bacco... quel vino era un Sagrantino!
1. Il Sagrantino è un vitigno a bacca rossa
tipico di Montefalco, piccolo comune in provincia di Perugia, e probabilmente
corrisponde all'uva hirtiola
descritta da Plinio il Vecchio nella "Naturalis Historia".
2. Questo vitigno
deve il suo nome al fatto che il vino prodotto era consumato in occasione delle
feste e delle liturgie sacre; tradizionalmente vinificato in versione passita (il
grappolo semispargolo e la buccia consistente dell'acino evitano, infatti, all'uva
di marcire durante l'appassimento), solo da pochi decenni viene prodotto in
versione secca. La vendemmia è, in genere, nelle prime due settimane di
ottobre.
3. Lo troviamo in
purezza nella DOCG Sagrantino di
Montefalco, il cui territorio si estende oltre che sul comune di
Montefalco, su parte di quelli limitrofi di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel
Ritaldi e Giano dell'Umbria. Per disciplinare l'affinamento minimo di questo
vino deve essere non inferiore a tre anni (di cui almeno uno deve avvenire in
botti di rovere).
4. Il diffuso
interesse riscosso dal Sagrantino, a partire dagli anni Novanta, è merito del
produttore Marco Caprai, il primo a
credere nelle potenzialità di questo vitigno, nonché a riuscire a limarne i
suoi potenti tannini (si tratta, infatti, di un vitigno ricchissimo di
polifenoli).
5. Dà vini che si
caratterizzano per il buon contenuto alcolico e l’elevata dotazione di estratto
e polifenoli, caratteristiche che ne consentono un lungo invecchiamento. La
versione "Secco" ha di solito un colore rosso cupo ed impenetrabile, con
riflessi tendenti al granato in seguito all'affinamento; al naso esprime
intensi sentori di frutti di bosco e prugna, liquirizia, vaniglia e altre
spezie; è di grande struttura e persistenza al gusto, dove spicca una fitta trama
tannica. Nel "Passito" trovano esaltazione i sentori di frutta
matura, confettura di frutti di bosco e spezie, mentre al palato la contenuta
dolcezza ben bilancia l’imponente struttura tannica.
6. Quando secco,
lo si abbina felicemente ad arrosti di carne rossa, selvaggina, brasati e
stufati; con il passito abbineremo, invece, una crostata con confettura di more
selvatiche o del cioccolato.
7. Per chi volesse
fare una full immersion nel
territorio dove nasce il Sagrantino, è da sapere che ogni anno, nel mese di
settembre, il comune di Montefalco ed il Consorzio Tutela Vini Montefalco organizzano
"Enologica Montefalco":
una manifestazione tutta da gustare, che offre agli avventori un ricco
programma di degustazioni e visite presso le cantine e i borghi che hanno fatto
la storia di quest'importante vino.
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su vini, vitigni e zone vitivinicole d'Italia".
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