martedì 6 ottobre 2015

Il vino in Valtellina riassunto in 7 punti

Valtellina (Fonte: www.vinidivaltellina.it)


"Il sole violento e bruciante, il vento teso e vivo, il vento delle montagne, la lunga cresta, le pareti alte tutte roccia, più in basso la roccia che sfuma nei vigneti, quali scendenti coraggiosamente in ripidissimi pendii, quali, invece, spezzati e gradinati in terrazze l'una sull'altra, col sostegno di massicci muretti di pietra che seguono serpeggiando ora lo sporgere e ora il rientrare della costiera; più in basso ancora, dove il pendio muore, i villaggi coi loro campanili romanici e barocchi, con le loro case antiche o nuove, con le loro ville sparse e, intorno alle ville, i gruppi cupi dei piccoli parchi di sempreverdi; infine, la pianura geometrica, i filari di salici e di robine, i furetti, i prati verdissimi, l'Adda". Così, nell'autunno del 1968, appariva agli occhi di Mario Soldati la Valtellina... valle alpina della Lombardia, sita in provincia di Sondrio e solcata dal fiume Adda.

 

1. In Valtellina si ottengono splendidi rossi da uve Nebbiolo, qui denominato Chiavennasca, nome che probabilmente, secondo alcuni, deriverebbe dalla località alpina denominata Val Chiavenna; secondo altri, invece, deriverebbe dal termine dialettale “ciù vinasca”, ossia uva più vinosa, cioè adatta alla trasformazione in vino. 

 

2. Orientata da est a ovest, questa valle tra le montagne, quasi al confine con la Svizzera, ha la costiera del lato nord che la difende dal rigore delle tramontane, mentre la costiera del lato sud la difende dalle nebbie e dai riflessi umidi della Val Padana.

 

3. I vigneti si trovano sui ripidi pendii della parte nord della valle, sul versante meglio esposto ai raggi del sole. Per la loro coltivazione sono stati realizzati terrazzamenti sulle scoscese pareti delle montagne, tenuti da muretti in pietra e che costituiscono le "terragne", ossia terrazze rettangolari di silice e argilla, allineate e sovrapposte a gradoni... un'architettura verticale, suggestiva a vedersi, ma che costringe ancora oggi i viticoltori a trasportare a spalla l'uva vendemmiata, utilizzando le stesse gerle con cui hanno portato su la terra per formare i terrazzamenti; solo in alcuni punti sono stati introdotti sistemi di trasporto su piccole rotaie. Una viticoltura che possiamo definire "eroica".

 

4. In questa valle, che va da Tirano ad Ardenno, prende vita la DOCG Valtellina Superiore (il termine “Superiore” è riferito alla posizione geografica più a nord), ovviamente a base di Nebbiolo ed il cui disciplinare prevede un affinamento minimo di 24 mesi (di cui almeno 12 in botti di legno); per la tipologia Riserva l'affinamento minimo è di 36 mesi. "Rispetto alle Langhe, in questa denominazione troviamo vini di notevole mineralità con più aroma che struttura e con note di assonanza, anche dal punto di visto della geologia dei territori, con i nebbiolo del nord Piemonte." (F. De Paola).

 

5. Tali vini presentano, in genere, un colore rubino scarico, tendente al granato, che dopo un buon periodo di affinamento sfuma verso l’aranciato; i profumi sono soffusi ma  intensi, con sentori di frutta rossa fresca, note floreali, speziate e di cuoio; al gusto spiccano sensazioni di adeguata tannicità arricchite da un buon supporto di acidità e sapidità. Questi vini ben accompagnano brasati, bolliti, arrosti, cacciagione, formaggi stagionati a pasta dura come il bitto e il casera, oltre i classici "pizzoccheri alla Valtellinese".

 

6. Le varie sottozone della Valtellina Superiore conferiscono al vino caratteristiche diverse, da ovest a est troviamo: Maroggia (dà vini freschi e di grande freschezza aromatica); Sassella (dà un vino elegante e austero dal grande potenziale in termini di longevità); Grumello (dà un vino caratterizzato da una grande sapidità); Inferno (così chiamata per le alte temperature estive; dà un vino più morbido e strutturato); Valgella (dà il vino apparentemente meno complesso ma di grande bevibilità).

 

7. Lo Sforzato di Valtellina, noto anche come “Sfursat di Valtellina”, è l'altra DOCG della valle. Si tratta di un vino passito rosso secco prodotto dalla raccolta di uve Nebbiolo nel mese di ottobre, cui segue un appassimento su graticci in locali asciutti e ben areati, che dura anche più di tre mesi (il termine "Sforzato" deriva proprio dalla pratica di forzare la maturazione delle uve migliori lasciandole appassire per lungo tempo dopo la vendemmia); la tradizionale vinificazione in rosso si prolunga per alcune settimane, così da permettere una grande estrazione dei componenti delle uve; il disciplinare di produzione prevede un affinamento minimo di 24 mesi (di cui almeno 12 in botti di legno). Ne risulta un vino di notevole struttura, importante tenore alcolico e grande morbidezza, dagli intensi sentori di frutta sotto spirito, confetture di marasca e prugna, incorniciati da soffuse note speziate di cannella e chiodi di garofano, cenni di cacao e tabacco. L'abbinamento è con portate a base di carni rosse, selvaggina e formaggi lungamente stagionati.

 

Per concludere... Ecco alcuni tra i migliori produttori in base agli assaggi fatti da me finora: Ar.Pe.Pe, Balgera, La Castellina, Nino Negri.



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