Valtellina (Fonte: www.vinidivaltellina.it) |
"Il
sole violento e bruciante, il vento teso e vivo, il vento delle montagne, la
lunga cresta, le pareti alte tutte roccia, più in basso la roccia che sfuma nei
vigneti, quali scendenti coraggiosamente in ripidissimi pendii, quali, invece,
spezzati e gradinati in terrazze l'una sull'altra, col sostegno di massicci
muretti di pietra che seguono serpeggiando ora lo sporgere e ora il rientrare
della costiera; più in basso ancora, dove il pendio muore, i villaggi coi loro
campanili romanici e barocchi, con le loro case antiche o nuove, con le loro
ville sparse e, intorno alle ville, i gruppi cupi dei piccoli parchi di
sempreverdi; infine, la pianura geometrica, i filari di salici e di robine, i
furetti, i prati verdissimi, l'Adda". Così, nell'autunno del 1968, appariva
agli occhi di Mario Soldati la Valtellina... valle alpina della Lombardia, sita in
provincia di
Sondrio e solcata dal fiume Adda.
1. In Valtellina si ottengono splendidi rossi
da uve Nebbiolo, qui denominato Chiavennasca, nome
che probabilmente, secondo alcuni, deriverebbe dalla località alpina denominata
Val Chiavenna; secondo altri, invece, deriverebbe dal termine dialettale “ciù
vinasca”, ossia uva più vinosa, cioè adatta alla trasformazione in vino.
2. Orientata da
est a ovest, questa valle tra le montagne, quasi al confine con la Svizzera, ha
la costiera del
lato nord che la difende dal rigore delle tramontane, mentre la costiera del
lato sud la difende dalle nebbie e dai riflessi umidi della Val Padana.
3. I vigneti si trovano sui ripidi pendii della parte
nord della valle, sul versante meglio esposto ai raggi del sole. Per la loro
coltivazione sono stati realizzati terrazzamenti sulle scoscese pareti delle
montagne, tenuti da muretti in pietra e che costituiscono le "terragne", ossia terrazze
rettangolari di silice e argilla, allineate e sovrapposte a gradoni...
un'architettura verticale, suggestiva a vedersi, ma che costringe ancora oggi i
viticoltori a trasportare a spalla l'uva vendemmiata, utilizzando le stesse
gerle con cui hanno portato su la terra per formare i terrazzamenti; solo in alcuni
punti sono stati introdotti sistemi di trasporto su piccole rotaie. Una
viticoltura che possiamo definire "eroica".
4. In questa valle, che va da Tirano ad Ardenno, prende
vita la DOCG Valtellina Superiore (il termine “Superiore” è
riferito alla posizione geografica più a nord), ovviamente a base di Nebbiolo ed il cui disciplinare
prevede un affinamento minimo di 24 mesi (di cui almeno 12 in botti di legno);
per la tipologia Riserva l'affinamento minimo è di 36 mesi. "Rispetto alle Langhe, in
questa denominazione troviamo vini di notevole mineralità con più aroma che
struttura e con note di assonanza, anche dal punto di visto della geologia dei territori,
con i nebbiolo del nord Piemonte." (F. De Paola).
5. Tali vini
presentano, in genere, un colore rubino scarico, tendente al granato, che dopo
un buon periodo di affinamento sfuma verso l’aranciato; i profumi sono soffusi
ma intensi, con sentori di frutta rossa
fresca, note floreali, speziate e di cuoio; al gusto spiccano sensazioni di
adeguata tannicità arricchite da un buon supporto di acidità e sapidità. Questi
vini ben accompagnano brasati, bolliti, arrosti, cacciagione, formaggi
stagionati a pasta dura come il bitto e il casera, oltre i classici
"pizzoccheri alla Valtellinese".
6. Le varie
sottozone della Valtellina Superiore conferiscono al vino caratteristiche
diverse, da ovest a est troviamo: Maroggia (dà vini freschi e di
grande freschezza aromatica); Sassella (dà un vino elegante e
austero dal grande potenziale in termini di longevità); Grumello (dà un vino
caratterizzato da una grande sapidità); Inferno (così chiamata per le alte
temperature estive; dà un vino più morbido e strutturato); Valgella (dà il vino
apparentemente meno complesso ma di grande bevibilità).
7. Lo Sforzato di Valtellina, noto anche come
“Sfursat di Valtellina”, è l'altra
DOCG della valle. Si tratta di un vino passito rosso secco prodotto dalla
raccolta di uve Nebbiolo nel mese di ottobre, cui segue un appassimento su
graticci in locali asciutti e ben areati, che dura anche più di tre mesi (il
termine "Sforzato" deriva proprio dalla pratica di forzare la
maturazione delle uve migliori lasciandole appassire per lungo tempo dopo la
vendemmia); la tradizionale vinificazione in rosso si prolunga per alcune
settimane, così da permettere una grande estrazione dei componenti delle uve; il
disciplinare di produzione prevede un affinamento minimo di 24 mesi (di cui
almeno 12 in botti di legno). Ne risulta un vino di notevole struttura,
importante tenore alcolico e grande morbidezza, dagli intensi sentori di frutta
sotto spirito, confetture di marasca e prugna, incorniciati da soffuse note
speziate di cannella e chiodi di garofano, cenni di cacao e tabacco. L'abbinamento
è con portate a base di carni rosse, selvaggina e formaggi lungamente
stagionati.
Per
concludere... Ecco alcuni tra i migliori produttori in base agli assaggi fatti
da me finora: Ar.Pe.Pe, Balgera, La Castellina, Nino Negri.
Se
hai trovato questo post interessante... dà un'occhiata al mio ebook "Nozioni
su vini, vitigni e zone vitivinicole d'Italia".
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