Il
mosto è il succo che si ottiene dalla pigiatura delle uve; è composto da acqua
(70-80%), zuccheri, acidi, polifenoli, minerali e altre sostanze.
In
passato l’uva era pigiata con i piedi e, anche se igienicamente poco tranquillizzante,
questa tecnica ha il vantaggio di non spremere il raspo (si tratta infatti di
una pigiatura
“morbida”, che esercita sulle uve una bassa pressione, ben più
bassa di quella esercitata da un torchio); sono quindi state introdotte
macchine che eseguono una pigiatura
soffice, realizzando cioè un contatto soffice tra l’uva e le parti
spremitrici della macchina, tra queste macchine vi sono le presse a membrana, dotate all’interno di membrane di gomma che
gonfiandosi comprimono i grappoli contro le pareti di acciaio, facendo
rilasciare agli acini il loro succo, ma poiché le bucce ed i raspi non vengono
lacerati, non cedono alcuna sostanza sgradita.
Pressa a membrana
La
quantità di zuccheri nel mosto può
variare moltissimo (dal 17 al 40% in peso), in relazione alla maturazione delle
uve dalle quali il mosto è ottenuto; il glucosio, detto anche “zucchero d’uva”, è maggiormente
presente in uve parzialmente immature, il fruttosio è, invece, presente in grande percentuale in uve con
maturazione completa.
Più il mosto è ricco di zucchero, più il vino sarà ricco di alcol
etilico, secondo questo algoritmo:
percentuale
in peso di zuccheri nel mosto x 0,6 = % in volume di alcol etilico nel vino
(da
1g di zucchero si ottengono 0,6ml di alcol);
L' acidità totale di un mosto è determinata dalla somma di:
-
acidi “fissi” (tartarico, malico,
citrico, altri acidi minori), non tendono a volatilizzare
-
acidi “volatili” (acido acetico)
L’acido tartarico dal
gusto duro, il più caratteristico delle uve; l’acido malico dal gusto aspro (frutta acerba), più presente nelle
zone a clima freddo; l’acido citrico
dal gusto fresco (limonata) ma decisamente meno presente degli altri.
I polifenoli
(tannini e coloranti),
sono sostanze del mosto determinanti nel caratterizzare la personalità del vino;
sono presenti nella buccia e nei raspi e agiscono anche come antiossidanti (per
questo motivo i vini bianchi sono più delicati, poiché ne contengono di meno).
Si classificano in:
- antociani (coloranti),
che donano il colore rosso ai vini giovani;
- flavoni
(coloranti), importanti per il colore dei vini bianchi;
- leucoantociani e catechine (tannini).
Le
sostanze odorose (terpeni) sono
presenti nel mosto in percentuali molto variabili in funzione dell’uva
impiegata.
Le
sostanze pectiche (pectina, gomme,
mucillagini) sono presenti nel mosto in piccole quantità, ma possono risultare
abbondanti nei mosti ottenuti dalla pressatura di uve attaccate dalla muffa
nobile, donando così poi vini particolarmente morbidi.
I minerali,
nella loro globalità definiti ceneri (ferro, calcio, rame, ecc.)
influenzano la limpidezza e determinano la sapidità del vino.
Le sostanze azotate, fondamentali
per la crescita dei lieviti e quindi per la fermentazione, variano in quantità
in funzione di molti fattori (densità di impianto, andamento climatico,
tecniche di concimazione, resa per ettaro).
Gli
enzimi polifenolossidasi e laccasi, più abbondanti nelle uve che
hanno subito attacchi fungini, catalizzano reazioni di ossidazione con
conseguente imbrunimento del mosto e perdita di freschezza aromatica.
Tra le vitamine
presenti nel mosto, la tiamina (vitamina B1) è la più importante sia per la funzione di fattore
di crescita dei lieviti sia per la capacità di evitare la formazione di
sostanze in grado di combinarsi con l’anidride solforosa.
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