"non credevi che il paradiso
fosse
solo lì al primo piano"
Così
recita una canzone del grande Fabrizio De André... da parte mia non credevo,
invece, di trovare "Il Paradiso" sul terzo scaffale dell'enoteca, cui
sono solito andare la domenica mattina con amici a discorrere di vino.
Fonte: http://www.ilparadisodimanfredi.com/ |
L'azienda
che produce questo Brunello prende il nome da un'abitazione contadina costruita
agli inizi dell'800, chiamata "Il Paradiso", e da Manfredi che negli
anni '50, insieme alla moglie Fortunata, ne acquista il podere, poco più di due
ettari sul versante nord-est di Montalcino a circa 330 metri sul livello del
mare.
La
loro è una piccola produzione, di sole 9000 bottiglie l'anno... tutte da uve Sangiovese
grosso, coltivate nel rispetto della natura.
La
fermentazione dei loro vini avviene spontaneamente grazie a lieviti autoctoni e
l'affinamento è in grandi botti di rovere di Slavonia, in particolare per il
Brunello dura oltre 36 mesi (un anno in più rispetto al periodo minimo previsto dal
disciplinare di produzione).
Fonte: http://www.ilparadisodimanfredi.com/ |
L'annata
del vino in questione è la 2002... un'annata difficile in Toscana come nella
maggior parte del resto d'Italia, con i mesi di agosto e settembre segnati dalle
piogge, tanto da indurre Biondi Santi (un'istituzione nel territorio ilcinese) a
non uscire con il Brunello ma con il Rosso di Montalcino Fascia Rossa.
Eppure
lo strenuo lavoro in vigna operato da quest'azienda, unito all'attenta
selezione dei grappoli, effettuata sia in fase di raccolta sia poco prima della
pigiatura, ha restituito in bottiglia un vino che ha del miracoloso.
Il
colore rosso granato vivace e di bellissima trasparenza induce a mettere il
naso nel bicchiere, dove sentori di spezie orientali e prugna secca, note terrose
e cenni di polvere da sparo, danno nell'insieme un'immagine coesa, amalgamata, capace
di farmi abbandonare ad antichi ricordi... di quando da bambino, durante i
pranzi domenicali, mi allontanavo per sbirciare nell'armadio di mia nonna e mi inebriavo
di quei sentori di legno antico, nobile e di artigianale fattura, mentre le mie mani
accarezzavano la soffice e bruna pelliccia che gelosamente quello scrigno celava.
Quella
stessa delicatezza tattile, che un tempo lambiva le mie mani, mi è stata
offerta all'assaggio dai soffici tannini che, uniti alla sapidità, hanno dato
consistenza e gusto a un sorso equilibrato, importante e allo stesso tempo di
buona scorrevolezza... un sorso persistente, elegante, paradisiaco.
Mi
ritrovo infine a bicchiere vuoto, con il naso alla ricerca degli ultimi sentori
di tabacco dolce e gli occhi che guardano tristi ma pacati i residui a drappeggiare
la bottiglia... ultime vestigia di un pranzo domenicale.
Ora
però bisogna farsi forza... domani è Lunedì!
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per la visita.