Si
tratta di vini che, oltre ad essere di altissimo livello qualitativo, mi hanno davvero
emozionato!
Talvolta in una recensione l’esaltazione (o la
penalizzazione) di una bottiglia di vino deriva anche dallo stato d’animo che
accompagnava la bevuta; d’altronde, il bere vino è un atto umano ed è, dunque,
giusto che sia così!
Un rosato di un'eleganza e complessità surreale... un susseguirsi di sentori floreali e minerali, note di sedano e coriandolo, spezie e torba, cenni di caffè... il tutto in un ordine irrazionale nel quale non si può far altro che chiudere gli occhi e perdersi.
Un
grandissimo bianco da invecchiamento e dai sentori ricchi e seducenti, che
avvolge e coccola chi lo degusta, dondolando il suo palato su un succedersi di
onde alte e suadenti.
Un
vino dal naso ancora giovane e dinamico, che dona al palato una sensazione
rilassante e appagante, capace di farti sentire in pace con te stesso.

Difficile trovare un vino di pari eleganza e, ancor di più, trovare parole per descriverlo... l'unico modo per capirlo... è avere la fortuna di berlo!

Frutto
di viti coltivate amorevolmente ad alberello da Anne Marie Lavaysse in
Languedoc, mi ricorda un po' i vini della zona di Vittoria... ma più complesso
e sfaccettato di un Frappato e meno corposo di un Nero d'Avola... ricorda anche
dei vini di Sardegna (come il Tankadeddu)...
un vino di grande finezza e strepitosa bevibilità!

L'unico
vero problema di questo vino... l'oggettiva difficoltà a smettere di berlo!

Per
festeggiare il mio diploma di Sommelier ho stappato questo vino, frutto di
"vieilles vignes" e di un'agricoltura spudoratamente biologica, che
ha lasciato residui a drappeggiare la bottiglia e in me la tentazione di
stapparne subito un'altra!

Ottenuto
dall’assemblaggio di uve provenienti dai vigneti Cannubi, San Lorenzo, Ruè e
Rocche, è un vino magnetico, delizioso nel suo divenire olfattivo e capace di
sorprendere ogni volta che si mette il naso nel bicchiere: non ci si stanca
mai!

Un
vino dalla grandissima profondità olfattiva ed eleganza ineguagliabile... all'assaggio
ha l'incedere disinvolto di una nobile dama che indossa un elegante vestito da
sera, attraversa la sala e in modo velato ti accarezza la spalla con i suoi
tannini eleganti… ti giri, lei ti guarda con i suoi occhi profondi e un sorriso
che non dimentichi e che vuoi rivedere e ribere ancora una volta.

Un
vino rosato che, come un ciclone, ha destabilizzato i miei schemi... da
manicomio!

Un
vino dal finale lunghissimo e con ritorni di erbe officinali, che invogliano a
rientrare con il naso nel bicchiere per il piacere di perdersi ancora alla
ricerca di sfumature... ogni volta diverse.
Vallée d’Aoste DOC Vigne Champorette Petite Arvine 2006 Les Crêtes
E'
un vino che lo annusi ed ha il potere di rischiararti la mente, così come suole
fare il sole dopo la pioggia in una mattina invernale.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per la visita.