Enopanetteria
"I Sapori della Tradizione" - Mercoledì 22 Giugno 2016
Una
delle più belle serate di degustazione cui abbia mai partecipato... incentrata
su un luogo magico... Chavignol, dove il Sauvignon
Blanc suole spogliarsi dei suoi sentori varietali per rivestirsi di
territorio, dando così vita a vini bianchi unici e straordinari.
Circa
Sancerre, voglio riportare una descrizione trovata sul web e che penso sia di
Giampiero Pulcini: "Tracce di mare
affioranti nel cuore di Francia incrociano il freddo del clima e la tenacia
dell'uomo; ciò che ne esce è qualcosa di chiaro, che pare illuminare dal basso
l'ingannevole quiete di atmosfere sospese"... che dire?
Evocativa!
Ad
aprire le danze sono due vini di Gérard Boulay. La Côte 2011, tagliente come una lama
al palato, rispetto ad un paio di anni fa ha mostrato una maggiore distensione
al naso, esprimendo penetranti sentori di erbe aromatiche e camomilla. Il Clos de Beaujeu 2010, invece, ricchissimo di
estratti, contrapponeva alla sapidità una buona morbidezza glicerica... il che
lo rendeva il più "grasso" (se si potrà mai parlare di grassezza a
Chavignol) dei vini in degustazione; meno fruttato rispetto a due anni fa, esprimeva
al naso sentori di pietra bruciata al sole e di limone, cui hanno fatto seguito
note di miele.
Siamo
poi passati a tre vini ottenuti da uve coltivate sulle colline
"maledette", così chiamate per la loro grande pendenza... tale da costringe
i viticoltori a un duro lavoro in vigna (specie nella fase di raccolta,
ovviamente manuale), ma "benedette" per la presenza nel suolo di uno strato
formatosi nel Giurassico da conchiglie fossili e noto come Kimmeridge, che dona
ai vini una bianca mineralità.
Le MD
de Bourgeois 2013 fa un ingresso in bocca con una sapidità quasi graffiante
ma il sorso scorre via veloce grazie alla grande acidità; al naso denota
sentori di erbe aromatiche, pesca, limone, pietrisco, tè ed aghi di pino asciugati
dal sole dopo la pioggia... una veste, dunque, più varietale rispetto a quella
del naso del vino successivo, ossia il "Les
Monts Damnés" 2013 di Pascal
Cotat, dominato da gentili sentori di pietrisco e note fumé, a tratti
sulfuree, e quasi completamente spogliatosi delle note citrine che un paio di
anni fa tanto lo caratterizzavano... all'assaggio è vera poesia! Nel bicchiere appare
poi rivestito di un colore quasi algido, cristallino, come la neve che
sciogliendosi cattura e riflette i raggi di un pallido sole invernale.
Chiudiamo
con il Clos La Néore 2014 di Edmond et Anne Vatan... Metto il naso nel bicchiere e quasi mi scappa una
lacrima... Goduria allo stato puro! C'è dentro di tutto! Il naso è di una complessità
tale da farmi perdere letteralmente l'orientamento, la sensazione è di trovarsi
di fronte ad un turbinio di sentori, avvolti l'un l'altro come in una matassa
difficile da districare... frutta a polpa bianca, erbe aromatiche (menta in
particolare), anice, mineralità... tutto è sussurrato.
Il
bicchiere diventa un'acquasantiera... sembra di entrare in un chiostro
trecentesco, mentre a bicchiere vuoto emerge profumo di donna.
All'assaggio
un mio amico fraterno piange davvero dalla felicità!
Sorpresa
della serata... il Lieben Aich 2001 Manincor,
considerato a ragione tra le migliori espressioni di Sauvignon Blanc in Italia... fulgido nel bicchiere, esprime al naso
note fumé, sentori di erbe aromatiche e di birra belga, cui seguono sfumature
di pan di spagna bagnato con rum; pieno e persistente al palato... non sfigura accanto
ai più verticali bianchi francesi.
Una
serata da incorniciare... con amici meravigliosi e bottiglie superbe! Cosa
volere di più?!
Vi
do appuntamento al prossimo evento con gli Enodegustatori Campani...
visitate il sito web per rimanere aggiornati!
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