Questo
Giovedì sera presso Cap'alice, caratteristico ristorantino
di via Bausan a Napoli eletto come ritrovo da più "winelovers", ho avuto
una riconferma... Una riconferma del fatto che dal Greco e dal Fiano, due
antichi e nobili vitigni campani a bacca bianca, si possono ottenere vini straordinari
e ricchi di personalità, capaci di dare piacevoli sorprese dopo qualche anno di
invecchiamento.
A
darmi questa riconferma sono stati, ieri sera, i vini dell'azienda "I
Favati", guidata da Rosanna
Petrozziello che, insieme al marito Giancarlo
ed al cognato Piersabino Favati,
decise nel 1996 di impiegare produttivamente i terreni ereditati dal suocero; successivamente,
con l'ampliarsi dell'azienda (che attualmente conta ben 17 ettari coltivati a
vigna secondo i principi dell'agricoltura biologica), Rosanna lascia il suo
lavoro in banca per dedicarsi pienamente a quest'entusiasmante progetto che la
vede impegnata su più fronti, dalla vigna alla comunicazione.
La
piacevole serata organizzata da Marina
Alaimo, che ringrazio per l'invito, inizia con la verticale del Fiano di Avellino "Pietramara
Etichetta Bianca", ottenuto dall'omonima vigna sita ad Atripalda a 450
metri sul livello del mare. Si parte dall'annata 2010, che ha dato alla luce un
vero fuoriclasse dal naso complesso ed intrigante, caratterizzato da note
agrumate e fumé, sentori di nocciola tostata e sfumature di pietra focaia...
non delude al gusto, dove mostra grande struttura e sapidità; si conclude con l'annata
2013, una bottiglia apprezzabile già adesso, ricca di sfumature floreali e sentori
di erbe aromatiche... slanciata al gusto, promette davvero bene per il futuro.
Si
passa, poi, alla verticale del Greco di
Tufo "Terrantica Etichetta Bianca", ottenuto da vigneti compresi
in un territorio tra i comuni di Montefusco e Tufo a 500 metri sul livello del
mare. La prima annata in degustazione è la 2009, che ammalia al naso con
sentori di mela cotogna e miele, mentre al gusto stupisce per la notevole
struttura (il vino è quasi masticabile!) e la grande sapidità che dona al sorso
una lunghissima persistenza. L'ultima annata degustata è la 2012, che ha
stoffa da vendere! Presenta un naso costellato di note minerali, agrumate,
speziate ed una bocca davvero piacevole... aspettiamo qualche anno e ne vedremo
delle belle!
Imputabile
in parte al tempo di affinamento, le differenti caratteristiche organolettiche
riscontrate tra le varie annate nei vini di Rosanna rappresentano, senz'altro,
un sintomo di artigianalità e non omologazione.
Altre
foto della serata le trovate sulla pagina
facebook del blog.
Alla
prossima!
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