lunedì 7 settembre 2015

No alla demonizzazione dello zucchero per fare vini!

Zucchero allo Skanderborg Festival nell'agosto 2007
Foto di Danielle dk (Fonte: Wikipedia)

Oddio!!! Usano zucchero per fare i vini!!! Che Dio ce ne scampi!!! ... Ma per favore!!!!!

Leggo un recentissimo e scandalizzato articolo su Slow Wine (leggete qui) circa l' "illecita" pratica di utilizzare zucchero durante la vinificazione... e mi vien da rileggere le riflessioni di Mario Soldati, espresse nel suo capolavoro "Vino al Vino" durante il suo enoico viaggio in provincia di Siracusa e che, a distanza di tanti anni (era l'Autunno del 1968), si rivelano sorprendentemente attuali:

"Bisogna sapere che, alla base di tutta la produzione enologica italiana, esiste una disgraziata legge della fine dell'Ottocento: legge che proibisce, sotto pene severissime, di vinificare mediante l'aggiunta di qualsiasi quantità di zucchero, e che, contemporaneamente, impone che il vino tocchi almeno i dieci gradi di alcool. Di questa legge così contraddittoria (perché l'alta gradazione di un vino dipende appunto dalla dolcezza del mosto) si lamenta a lungo Emilio De Marchi, nel romanzo Giacomo l'Idealista, che è addirittura del 1897. Infatti, molti vini della Val Padana, delle Prealpi, dell'Appennino ligure, sono squisiti senza che raggiungano i dieci gradi: specialmente quelli prodotti sul luogo e consumati sul luogo dalla gente del luogo: vini che non devono necessariamente <<viaggiare>> e che, quindi, non hanno nessun bisogno di un'alta percentuale di alcool per essere protetti da fermentazioni secondarie sgradevoli. Tanto a lungo e con tanta severità fu applicata la legge, che ancora oggi, in tutta Italia è diffusa la falsa credenza che l'aggiunta di zucchero durante la vinificazione sia nociva alla salute, e che la legge abbia, appunto, questo obbiettivo igienico: mentre l'aggiunta di zucchero è assolutamente innocua, e la legislazione francese, così meticolosa in questo campo, la permette. Lo scopo della nostra legge era ben altro: era, molto semplicemente ma non altrettanto esplicitamente, quello di aiutare i baroni viticoltori dell'Italia meridionale, e in particolar modo delle Puglie e di Sicilia, a vendere i loro mosti, provenienti dalle terre bruciate dal sole e non irrigate: ricchi cioè di zucchero, generatore di alcool.
Nacque così <<lo scongiurato meridionale>>, come lo chiama De Marchi. Nacque il famoso <<taglio>>, che tanta parte ha nella decadenza dei nostri vini e, soprattutto, delle nostre capacità di gustare il vino. Una vera rovina: sia per i vini settentrionali e centrali, che nel taglio si alteravano: sia per gli stessi vini meridionali che, fatalmente, cominciarono a essere conosciuti ai consumatori del Nord solo attraverso l'impiego che se ne faceva nel taglio, mentre vinificati sui loro posti e con uve vendemmiate non così tardi avevano tutt'altro sapore, erano tutt'altra cosa: molto più secchi, gradevoli, leggeri. La tradizione meridionale, infatti, voleva che le uve fossero raccolte non come accadde dopo la promulgazione della legge, e cioè preoccupandosi prima di tutto del raggiunto grado di dolcezza: ma vendemmiate prima, a tempo giusto, quando non sono ancora così cariche di zucchero."
 
Poi il Soldati prosegue:
"Il signor Bonvicino", anima della Casa Vinicola Arethusa, "giura che, tra qualche anno, la maledetta legge sarà abrogata. Anche noi crediamo che il primo passo per risanare la produzione vinicola italiana sarebbe proprio questo, ma, ahimè, non ne scorgiamo i sintomi annunziatori."

Se anche Voi considerate assurdo il divieto di utilizzare zucchero nella vinificazione, siete liberi di condividere questo post... Ad ogni modo, questa sera potete gustarvi un bel "metodo Classico" per la cui produzione, tra l'altro, l'utilizzo di zucchero (presente nel liquor de tirage) è "paradossalmente" ammesso dalla legge!

Prosit!

P.S.: State pur certi di una cosa: Un buon produttore non ha bisogno di alcuna legge per produrre un buon vino!

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