Foto di Franco di filippi (Fonte: Wikipedia) |
I vini passiti sono ottenuti a partire da uve
sottoposte ad appassimento, che può essere pre-raccolta o post-raccolta.
Nell'appassimento pre-raccolta la vendemmia è
ritardata di alcune settimane per determinare una sovramaturazione delle uve,
con conseguente evaporazione dell’acqua e concentrazione degli zuccheri (con
prevalenza di fruttosio, il più dolce).
I
vitigni, che si prestano all’appassimento pre-raccolta, sono quelli con una
buccia più resistente come il Riesling, il Gewurztraminer, i Moscati e le
Malvasie.
Vi
è il caso particolare del Picolit (coltivato in Friuli), i cui grappoli vanno
incontro ad acinellatura (aborto floreale), a ciò consegue la presenza sul
grappolo di pochi acini che quindi si arricchiscono di sostanze estrattive.
Nell'appassimento post-raccolta, le uve,
vendemmiate anticipatamente (per ottenere una buona acidità), vengono fatte
essiccare al sole su graticci o stuoie, oppure in locali appositi, a volte con
un appassimento forzato (in cui si applica un sistema di ventilazione
artificiale con aria riscaldata intorno ai 30°C, piuttosto secca, con un
umidità del 55-60%, per evitare marciumi indesiderati) per ridurre i tempi di
appassimento.
L’appassimento
può avvenire anche su paglia, sfruttandone le caratteristiche adsorbenti ("vin
de paille").
Seguono,
quindi, le operazioni di pigiatura e fermentazione che avvengono in genere tra
dicembre e febbraio, ma in alcuni casi si attende anche la settimana santa, per
ottenere il Vin Santo in Toscana e il Vino Santo da uve Nosiola in Trentino.
Sotto
l’aspetto normativo i vini passiti
non sono, dunque, considerati “vini speciali”, in quanto dopo il processo di
vinificazione e prima di essere immessi al consumo non vengono sottoposti ad
ulteriori interventi tecnici o all’aggiunta di altri componenti.
Tuttavia, per alcuni vini passiti esiste la possibilità di
addizionare alcol: in questo caso si parla di Vino Passito Liquoroso.
Foto di Tom Maack (Fonte: Wikipedia) |
I
vini muffati possono ottenersi quando in particolari condizioni ambientali il
ritardo della vendemmia favorisce il formarsi della muffa nobile (Botrytis
cinerea) sugli acini.
Normalmente
la Botrytis dà origine ad una malattia nota come Muffa grigia; il grappolo si
ricopre di una muffa di colore grigiastro e marcisce. Oltre ad avere una
perdita di grappoli, i vini ottenuti dalle uve colpite da Muffa grigia
subiscono gravi alterazioni qualitative.
In
alcune zone, come nel distretto vitivinicolo di Graves (Francia) dove si
producono i Sauternes, vi sono peculiari
condizioni climatiche (la mattina i vigneti sono immersi nell’umidità della
nebbia, ma nel pomeriggio il sole asciuga i grappoli e favorisce la
maturazione) che ostacolano il normale sviluppo della Botrytis cinerea,
impedendo l’insediarsi della Muffa grigia. La Botryte sviluppa quindi una
particolare forma di muffa che prende il nome di muffa nobile; questa
muffa lavorando all’interno dell’acino (che assume un colore bruno), non solo
determina una perdita di acqua e quindi una concentrazione del grado zuccherino,
ma produce anche glicerina e sostanze aromatiche. Da queste uve, dette
“botritizzate”, si ottengono vini d’elevato titolo alcolico, dotati di un
corredo aromatico sontuoso ed elegante.
La
formazione delle uve botrizzate avviene in tempi più o meno lunghi e non sempre
in modo uniforme; è quindi necessario effettuare la vendemmia in più passaggi,
raccogliendo ogni volta solo le uve che hanno raggiunto un sufficiente sviluppo
della muffa.
Altri
famosi vini muffati sono in Germania e in Austria i Trockenbeerenauslese;
mentre in Ungheria troviamo il Tokaji Aszù (Aszù significa muffa), che si
classifica in base al numero di gerle di uve botrizzate (“puttonyos”) aggiunte al
vino base, da 3 a 6. Il raro Tokaji Aszù Eszencia è ottenuto, invece, da sole
uve botrizzate.
Foto di Dominic Rivard (Fonte: Wikipedia) |
I
vini di ghiaccio (“Icewine” in Canada e “Eiswein” in Germania) sono così
chiamati perché i grappoli, raccolti in gennaio, si presentano avvolti da un
velo di ghiaccio e l’acqua all’interno degli acini si è congelata.
Nei
vini di ghiaccio, ottenuti da vitigni Riesling (in Austria e Germania) e Vidal
(in Canada), la pigiatura è realizzata all’esterno, a temperature bassissime, inferiori
ai -7°C, per non far sciogliere i cristalli di ghiaccio formatisi negli acini
ed ottenere così un mosto molto povero di acqua, ma denso di zuccheri, acidi,
sali ed altre sostanze estrattive.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per la visita.