Del
potere medicamentoso attribuito al vino nel Medioevo ero già stato edotto da Arnaldo
da Villanova, medico del XIII secolo che dedicò all'utilizzo terapeutico
dei vini un intero trattato.
Arnaldo
da Villanova fu, inoltre, il primo commentatore di una raccolta di ruvidi
versi leonini che va sotto il nome di "Regimen
Sanitatis Salerni" (Regola sanitaria salernitana) o "Flos Medicinae Salerni" (Il
fiore della medicina di Salerno): si tratta di una serie di precetti della
Scuola Medica Salernitana, che nel loro insieme compongono un piccolo manuale medico
e che per la loro freschezza e semplicità ebbero notevole popolarità anche al
di fuori della cerchia medica.
La
Scuola Medica Salernitana, già rinomata in Europa nell'alto Medioevo, ebbe il
suo momento di maggior prestigio nei due secoli successivi all'anno mille,
quando erano in molti (anche tra le persone importanti dell'epoca) a recarsi a
Salerno per cercare sollievo dai propri malanni.
Purtroppo
non ci è dato sapere né l'autore né la data delle "regole salernitane"
che, però, fortunatamente sono pervenute fino a noi... e rileggendole mi ha
fatto piacere notare l'attenzione da queste rivolta verso il vino e la gastronomia.
Di
seguito posto alcune delle "regole" che più mi hanno incuriosito, riportandone
sia il testo in latino sia la traduzione di Pietro Magenta del 1833, che ben
interpreta il brio popolaresco dell'originale.
Caput
V. DE COENA
Ex magna coena
stomacho fit maxima poena.
Ut sis nocte
levis, sit tibi coena brevis.
Capo
V. DELLA CENA
Son
le cene sontuose
allo
stomaco dannose.
Perché
il sonno ti sia lieve,
la
tua cena esser vuol breve.
Capo
VI. DE DISPOSITIONE ANTE CIBI SUMTIONEM
Tu nunquam
comedas, stomachum nisi noveris esse
purgatum, vacuumque
cibo, quem sumseris ante.
Ex desiderio
poteris cognoscere certo:
hacc tua sunt
signa, subtilis in ore diaeta.
Capo
VI. DELLA DISPOSIZIONE AL CIBO
Tu
a mangiar non sii mai tratto,
se
non hai stomaco affatto
vuoto
e libero dei pasti,
donde
innanzi lo aggravasti.
Di
ciò avrai nell'appetito
segno
certo e non mentito,
ché
le fauci ognor discreta
son
misura della dieta.
Caput
X. DE BONI VINI PROPRIETATIBUS
Vina probantur
odore, sapore, nitore, calore.
Si bona vina
cupis, haec quinque probantur in illis:
Fortia, formosa,
fragrantia, frigida, frisca.
Capo
X. DELLE QUALITA' DEL BUON VINO
Fan
palese il vin sapore,
limpidezza,
odor, colore.
Se
il buon vin conoscer brami,
cinque
cose ei ti richiami:
sia
formoso, sia fragrante,
forte
sia, fresco e frizzante.
Caput
XV. DE NIMIA POTATIONE VINI
Si tibi serotina
noceat potatio, vina
hora matutina
rebibas, et erit medicina.
Capo
XV. DEL VINO ECCESSIVAMENTE BEVUTO
Se
ti par che il vin bevuto
alla
sera ti ha nociuto,
troverai
che medicina
è
il riberne alla mattina.
Caput
XIX. DE TEMPORIBUS ANNI
Temporibus veris
modicum prandere iuberis;
sed calor
aestatis dapibus nocet immoderatis.
Autumni fructus
caveas, ne sint tibi luctus.
De mensa sume
quantum vis tempore brumae.
Capo
XIX. DELLE STAGIONI DELL'ANNO
Quando
regna primavera
usa
tavola leggera.
Nell'ardor
dei giorni estivi
troppi
cibi son nocivi.
Nell'autun
bada che i frutti
non
t'apportin gravi lutti.
Ma
nel tempo delle nevi
quanto
vuoi manduca e bevi.
Caput
XXII. DE GENERALI CONDIMENTO
Salvia, sal,
vinum, piper, allia, petroselinum:
ex his fit
salsa, nisi sit commixtio falsa.
Capo
XXII. DEL CONDIMENTO UNIVERSALE
Aglio,
salva e pepe fin,
sal,
prezzemolo e buon vino,
se
il miscuglio non si falsa,
forman
sempre buona salsa.
Se
queste "regole" ti hanno incuriosito e vuoi leggerne altre... ecco un
ebook
gratuito!
E
ricorda:
"Se
ti mancano i medici,
siano
per te medici queste tre cose:
l'animo lieto, la quiete e la moderata dieta."
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