sabato 7 marzo 2015

Dall'uva Cortese... grandi spumanti metodo Classico!


Che dal Cortese si possano ottenere vini dal grande potenziale d'invecchiamento, ne ebbi prova quando, circa un paio di anni fa, assaggiai il Gavi dei Gavi 2002 (un vino di eccezionale tempra e di cui ho già parlato in un precedente post).

 
Di recente, sempre grazie all'azienda La Scolca (dedita alla spumantizzazione già dagli anni '70), ho scoperto che da quest'uva si possono ottenere anche spumanti metodo Classico di tutto rispetto e che nulla hanno da invidiare (anzi le suonano a molti!) a quelli di denominazione più note e decantate.


Infatti, ho avuto modo in settimana di assaggiare due spumanti di quest'azienda: il Brut, che sosta sui lieviti oltre 24 mesi, e il Millesimato 2006, che ne sosta invece oltre 60 (più di 5 anni!). 

 
Il Brut mi ha convinto tantissimo! Colore giallo paglierino brillante con riflessi dorati e naso spettacolare! Note marine, salmastre, sentori di fiori gialli, lievi note tostate e di crosta di pane. Beva piacevole e gustosa.

 
Nel Millesimato l'età e la lunghissima sosta sui lieviti ne hanno condizionato il carattere, traducendosi in un colore più caldo (dorato) e in un naso evoluto verso note di miele, spezie dolci e con una mandorla più tostata; al gusto più struttura, morbidezza e persistenza del Brut (che però preferisco).

I lunghi affinamenti sui lieviti non sono una novità in quest'azienda, anzi! Sembrano essere una caratteristica generale dei vini prodotti, che così necessitano di un minor apporto di anidride solforosa... si vocifera che il "D'Antan" sia lasciato affinare "sur lie" per ben 10 anni!


I vigneti di La Scolca sono nel territorio di Gavi, in quella parte del Piemonte che guarda verso la Liguria; si tratta di circa 50 ettari coltivati in collina su terreni argillosi, nel rispetto del territorio e in modo da ottenere rese inferiori a quelle concesse dal disciplinare di produzione.

In cantina si utilizzano lieviti indigeni e la produzione annua si attesta intorno alle 500'000 bottiglie... un numero piuttosto elevato ma che, a quanto pare, non inficia il carattere artigianale dei loro vini, ricchi di personalità.


L'azienda è oggi condotta da Chiara Soldati e suo padre Giorgio, il cui bisnonno l'acquistò tra 1917 e il 1919. Un cognome, quello dei proprietari della tenuta, che nella mente di ogni enoappassionato rimanda inevitabilmente a Mario Saldati (faro della letteratura enoica italiana). Mi sono quindi chiesto se tra loro ci fosse un rapporto di parentela... e la risposta l'ho poi trovata sfogliando le pagine di "Vino al Vino" nel punto in cui Mario racconta che, nel corso del suo viaggio dell'Autunno 1975, si reca alla Scolca per far visita a suo cugino Vittorio Soldati, già noto "bianchista" e padre di Giorgio (l'attuale proprietario).

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