"Il
vino ... raggiungendo tutto il corpo allarga massimamente le vene, libera il
fegato, espelle dal cuore la tenebrosa fumosità che genera tristezza,
corroborando tutte le membra del corpo." (Rufo d'Efeso, medico greco,
seconda metà del primo secolo d.C.)
Grazie
ad Armillaria, progetto editoriale orientato alla pubblicazione di antichi
testi difficilmente reperibili in lingua italiana, ho scoperto il
"Trattato sui vini" di Arnaldo da Villanova.
Arnaldo
da Villanova (1240-1313) fu medico e scrittore, nonché consigliere del re
d'Aragona, del papa e del re di Sicilia; fu dunque un personaggio influente ai
suoi tempi e che, dopo la sua morte, ebbe fama di alchimista e mago.
Il
"Trattato sui vini" è stato tradotto da Manlio della Serra a partire
da un testo pubblicato nel 1586 con il lunghissimo titolo: Praxis medicinalis: Universorum morbum humani corporis, tam internorum
quam externorum, curandi viam ac methodum, summa cum doctrina, cerca
experientia praescribens; Tractatus varii exoterici ac chymici, ...;
Accesserunt cathena aurea, et testamentum eiusdem philosophicum.
Si
tratta di un testo sulla preparazione e l'utilizzo di vini, che oggigiorno
definiremo "speciali", per la cura di più patologie, così come lo
stesso Arnaldo spiega all'inizio della sua opera: "Poiché è giunto il
tempo in cui si è soliti utilizzare i vini come medicamenti, ecco le consuete
preparazioni di quelli che conservo a mente: qui li descrivo con le rispettive
proprietà e virtù".
Ci
tuffiamo così in un ricettario di vini medicamentosi, le cui preparazioni (che possono
apparire a tratti bizzarre) sono meticolosamente spiegate, per immergerci
quindi tra concetti medico-alchemici e spunti filosofici da cui emerge un
affresco delle conoscenze dell'epoca ed un elogio del vino... quello
"della buona vite", capace di dare "benefici sul corpo, ma anche
sull'anima: la rende gioiosa, nasconde la tristezza, la aiuta nell'indagine
delle realtà sottili e nella contemplazione di quelle difficili, concede
sollecitudine, audacia e prodigalità, fa diminuire il dolore e la fatica mentre
predispone lo spirito perché l'anima cooperi con quelli."
Quale
verità più grande!?! D'altronde, da medico, ho sempre sostenuto che il vino è la medicina dell'anima.
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