domenica 29 gennaio 2012

La Borgogna chiama...Giovanni Ascione risponde! I Bianchi

Enopanetteria “I Sapori della Tradizione”, Melito di Napoli – 19 Gennaio 2012


Alla fine di ogni incontro di degustazione cui ho avuto il piacere di partecipare, sono tornato a casa sentendomi arricchito, con la voglia di trascrivere subito le mie note di degustazione e cercare così di “immortalare” (almeno nella mia memoria informatica) quei vini bevuti; quest’incontro è andato diversamente, non perché i vini non mi siano piaciuti (anzi…), ma perché tornando a casa, ripensavo a una domanda, che mi era sorta vedendo le foto dei vigneti mostrate durante la serata, e cioè: “Quando possiamo dire di conoscere davvero un territorio, una regione, una nazione?”.
Ho scoperto dunque la vera magia del vino, cioè quella di poter farti vivere dei posti lontani anche diverse centinaia di miglia, senza neanche esserci mai stato; e quando un vino degustato riesce a esprimerti questo, ossia la territorialità, la cultura e le tradizioni che si celano dietro una bottiglia, allora siamo di fronte ad un capolavoro.

Di Chardonnay ne sono stati fatti a migliaia in diverse parti del mondo; è considerato, infatti, un vitigno internazionale; i produttori s’ispirano a un vino modello, quello di Borgogna, che Giovanni Ascione paragona al Partenone, relegando gli altri vini a templi neoclassici.

In questo incontro abbiamo cercato di fare un viaggio enologico, ponendo una lente d’ingrandimento sulla cartina enografica della Borgogna, passando dalla visione in “toto” della regione con un “Bourgogne Blanc”, abbiamo poi zoomato la nostra visuale su un “Village”; non contenti siamo discesi nei Premier Cru di Chassagne-Montrachet, spostando infine la nostra attenzione su un Grand Cru di “Corton-Chalemagne”, che nel nome porta il ricordo di chi per primo intuì le potenzialità di quel territorio.

Scopriamo ora le note di degustazione “accaparrate” durante la serata.


Bourgogne 2008
Domaine H. Germain et Fils
Giallo paglierino con riflessi dorati; al naso irrompe con sentori di frutta gialla matura, quasi sciroppata, note erbacee, poi mielate; in bocca è succoso, sapido, caldo e morbido.



Pernand-Vergelesses 2007
Vieilles Vignes
Maison Nicolas Potel
Giallo paglierino con riflessi dorati; al naso si esprime con delicate note minerali, fumé, erbe aromatiche, frutta gialla matura; in bocca presenta una sapidità d'impatto, che lascia poi il posto ad una buona acidità che si va a fondere con le sensazioni minerali.



Puligny-Montrachet - Les Folatières 2008
Premier Cru
Jean-Louis Chavy
Giallo paglierino carico con riflessi dorati; al naso si presenta con netti sentori minerali, frutta gialla matura ed esotica, note mielate, erbe aromatiche; in bocca è fresco ma, allo stesso tempo, rivela una buona sapidità.



Chassagne-Montrachet - Blanchots Dessus 2007
Premier Cru
Domaine Anglada Deleger
Giallo paglierino con riflessi dorati; al naso dà un piacevole accenno di note eteree con sentore di vernice rossa su legno (non so perché mi è venuta in mente l’interno di una cascina con delle doghe da poco verniciate), balsamico, minerale, poi subentrano note mielate con un sottofondo di frutta matura a polpa gialla ed erbe aromatiche; in bocca è fresco, sapido e soprattutto bevibilissimo.



Corton-Charlemagne 2008
Grand Cru
Vincent Girardin
Giallo paglierino con riflessi dorati; al naso si fondono sentori minerali, di affumicato, frutta gialla matura, erbe aromatiche, note mielate; in bocca è fresco, sapido, intenso. C'è tutto e tutto è espresso in maniera elegante, come in una sinfonia armonica, ove tutti i suoni sono ben fusi insieme e al tempo stesso ogni strumento è ben riconoscibile. Questo vino è una sorta di paradigma di chardonnay o chardonnay esemplare  (esempio cioè di ricchezza e  opulenza, coniugate a finezza ed eleganza) che tutti i produttori del mondo (non proprio francesi) hanno cercato di imitare.


Uno spunto di riflessione che mi ha dato questa serata è che: studiare i vini è come studiare un’opera d’arte; possiamo conoscere ogni dettaglio degli affreschi della volta della Cappella Sistina, ma proveremo emozione solo quando andiamo là ad osservarla, ad assaporare l’aria che lì si respira; allo stesso modo possiamo conoscere ogni segreto di una bottiglia (produttore, vitigno, sistema di allevamento della vite e vinificazione, …), ma ci emozioneremo solo quando degustiamo il vino contenuto, assaporando i suoi aromi, magari in compagnia di buoni amici, come abbiamo fatto in quest’incontro.

P.S.: il riferimento alla Cappella Sistina non è mio ma tratto da un film di Robin Williams.

Le foto della serata sono presenti al seguente link del blog AIS Napoli:
http://www.aisnapoli.it/2012/01/21/la-borgogna-chiama-gionanni-ascione-risponde-i-bianchi/

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