Il 13 dicembre 2011 ho partecipato a un seminario sui vini rossi di Borgogna organizzato dall’AIS Napoli presso l’Enopanetteria “I Sapori della Tradizione” in Melito di Napoli. C’era una grande attesa per l’evento sia per l’eccellenza dei vini proposti sia per la presenza di un relatore di “eccezione”, Giovanni Ascione.
Il Pinot Nero è un’uva difficile da coltivare e da vinificare, che pone a dura prova il produttore; la sua zona d’elezione è la Borgogna, in particolare la Cote d’Or, una regione magica, dove la composizione del terreno può cambiare radicalmente da metro a metro, e dove solo i produttori più tenaci riescono alla fine a ottenere dei risultati grandiosi.
In Borgogna non si trovano grandi “chateau” come in Bordeaux, ma piccoli vigneti, “domaine”, ed in alcuni vigneti possono anche convivere più proprietari di uno o più filari; questa frammentazione delle proprietà è stata frutto prima della Rivoluzione del 1789, che distribuì la terra ai contadini sottraendola ai nobili e al clero (a differenza di Bordeaux, dove i vigneti erano di proprietà inglese), poi del Codice Napoleonico, che decretò la distribuzione delle terre in eredità in modo uguale a tutti i figli, senza distinzione di sesso e di età.
Voglio riportare qui due spunti di riflessione che in particolar modo mi hanno colpito:
1) i vitigni danno il meglio di sé, a parità di altitudine, quando coltivati alle latitudini estreme (nel nostro caso verso nord), perché gli sbalzi termici tra giorno e notte ne arricchiscono le uve;
2) una delle differenze tra un Grand Cru e un Cru di livello inferiore sta nella composizione del terreno, in quanto un Grand Cru è potenzialmente in grado di cedere alle uve una maggiore quantità di estratti; ciò si traduce nel fatto che tra due vini, presenterà un colore più carico quello proveniente da un Grand Cru.
Ecco in breve i cinque vini degustati:
Bourgogne 2007
Cuvée Prestige
Domaine Philippe Charlopin-Parizot
Rosso rubino, un po' scarico; al naso si presenta con frutti a piccola bacca rossa macerati, viola passita, lievi sentori animali, poi predomina incontrastato un sentore di caffè ben tostato; in bocca è “rustico”, caldo, di spessore, i tannini sono abbastanza eleganti ed il finale è speziato con aromi di bocca di legno e caffè.
Pommard 2006
Vieilles Vignes
Domaine Joseph Voillot
Rosso rubino scarico, al naso è floreale con sentori di rosa e bouquet di altri fiori, speziato con sentori di spezie dolci come la cannella, delicato; mentre in bocca è sapido ed abbastanza fresco.
Volnay 1er Cru Les Fremiets 2005
Domaine Joseph Voillot
Ciò che poco svela al naso, lo mostra in bocca. Presenta al naso una chiara florealità che sfuma poi in delicate note di caffè; in bocca è fresco, deciso e intenso.
Nuit-Saint-Georges 1er Cru Le Clos des Corvées 1998
Monopole Domaine Prieuré Roch
Colore intenso, presenza di residui; al naso si presenta con note animali, humus, sottobosco, spezie, caffè (“il più balsamico dei cinque vini degustati”, come rileva Francesco De Paola, referente AIS Aversa); in bocca è tannico, quasi masticabile e con bell'aroma di bocca.
Chambertin Grand Cru Clos de Bèze 2006
Domaine Bart
Colore scuro; al naso sussurra sentori di frutti a piccola bacca rossa, humus, sottobosco, fiori; in bocca dispiega le sue ali (“tipico dei Grand Cru”, come spiega Ascione) con sapidità, freschezza, intensità e tannicità; nel complesso equilibrato ed armonico.
Le foto della serata sono presenti al seguente link del blog AIS Napoli:
http://www.aisnapoli.it/2012/01/04/rossi-di-borgogna-allenopanetteria-con-giovanni-ascione/
Le foto della serata sono presenti al seguente link del blog AIS Napoli:
http://www.aisnapoli.it/2012/01/04/rossi-di-borgogna-allenopanetteria-con-giovanni-ascione/
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per la visita.