Albana (http://www.bertinorowines.it/) |
1.
Vitigno a bacca bianca autoctono dell'Emilia Romagna, l'Albana deriva il suo nome dal latino "albus", che significa
"bianco" e che alcuni collegano ai Colli Albani, probabile zona
d'origine del vitigno (coltivato verosimilmente sin dall'epoca romana, come
testimoniato da più autori latini).
2.
Secondo alcuni studiosi tedeschi il vitigno Elbing,
coltivato nella valle del Reno, corrisponderebbe all'Albana, che sarebbe stata lì importata nel IV secolo d.C. dagli
antichi romani.
3.
Si conoscono diversi biotipi di questo vitigno, che differiscono
sostanzialmente per le caratteristiche morfologiche del grappolo; fra questi,
il più famoso è l' "Albana Gentile di Bertinoro"; il vino che se ne
ottiene da questo biotipo dal grappolo grande, secondo una leggenda, sarebbe
stato lodato da Galla Placidia... si racconta, infatti, che alla figlia
dell'imperatore Teodosio, giunta alle prime ore dell'alba in un ameno borgo
della Romagna, fu offerto dagli abitanti del luogo, sconcertati per l'arrivo di
una così bella donna (che cavalcava tra l'altro una bianca giumenta), dell'ottimo
vino locale in un recipiente di terracotta... e che la futura imperatrice, nell'assaggiarlo,
avrebbe esclamato: "non di così
rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro"; da allora
quel paese romagnolo si chiamò Bertinoro. Un altro illustre estimatore di
questo vino fu, in epoca successiva, Federico Barbarossa, che ebbe modo di
apprezzarlo quando fu ospite della contessa Frangipane.
4. Particolarmente diffusa in Romagna,
dove dà vita alla DOCG Albana di Romagna
e alla DOC Romagna Albana Spumante, questa
varietà è contemplata anche nelle denominazioni Colli Bolognesi e Reno.
Sporadica è, invece, la sua coltivazione in Liguria, Toscana e Marche.
5.
Gli acini di questo vitigno presentano una buccia spessa e pruinosa, nonché
resistente, ed il cui colore può variare dal giallo verdognolo al giallo dorato
o ambrato. La vendemmia avviene in genere nelle due ultime settimane di settembre;
tuttavia, vi sono casi in cui i produttori prediligono l'appassimento su
pianta, che vede talvolta lo sviluppo della "muffa nobile".
6.
Il passito che se ne ottiene presenta nel bicchiere un colore che varia dal dorato
all'ambrato, al naso esprime sentori di frutta candita e confettura, mentre si
mostra pieno ed avvolgente al gusto. Meno esaltanti risultano, invece, le
versioni secco, amabile e dolce che, piuttosto simili tra loro, presentano un
colore giallo paglierino dai riflessi dorati, profumi poco intensi al naso e
buona struttura al gusto, dove differiscono ovviamente per il residuo
zuccherino.
7.
Le versioni da uve appassite sono da abbinare alla ciambella romagnola, nonché
al formaggio di Fossa accompagnato da miele di castagno. Data la buona
struttura, le versioni secche (ottenute da uve non appassite) sono da abbinarsi
con crostacei, zuppe e brodetti di pesce.
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