La
sera del giovedì 23 novembre, nella suggestiva cornice di un salotto
settecentesco, sito al piano nobile di un palazzo storico della città di
Frattamaggiore (NA), si è svolto un altro incontro targato Wine
Fitness... un programma di eventi che, organizzati dall'Associazione
Culturale "Enodegustatori Campani",
sono volti all'approfondimento di vitigni e zone vitivinicole attraverso
l'assaggio guidato di più bottiglie delle principali aziende del territorio.
Il
focus è stato fatto questa volta sull'Alto
Adige che, posto a ridosso delle Alpi e quasi interamente
montuoso, rappresenta il territorio vitivinicolo più settentrionale d'Italia,
mostrando tra l'altro forti influssi culturali e linguistici tedeschi (basta
leggere le etichette dei vini per farsi un'idea!).
Attraversato
dal fiume Adige, il Südtirol presenta un clima dai tratti
continentali o alpini, a seconda dell'altitudine, caratterizzato da estati
calde ed inverni rigidi, nonché da forti escursioni termiche giornaliere che
donano ai vini freschezza e profumi.
In quest'affascinante regione, che in
antichità apparteneva alla "Raetia", le origini della viticoltura
risalgono al 700 a.C. ed i vini retici ebbero in epoca romana molti illustri
estimatori; sembra, inoltre, che proprio in queste terre gli antichi romani
conobbero l'uso della botte in legno per la conservazione ed il trasporto del
vino, che fino ad allora era riposto in anfore di terracotta.
Dato il clima, favorite sono le uve
resistenti al freddo, come Sauvignon
Blanc e Pinot Nero; oltre alle
uve internazionali (piuttosto diffuse sul territorio), troviamo varietà
autoctone, da cui si ottengono tra l'altro interessanti risultati, come Schiava, Lagrein e Traminer Aromatico.
Tipico nei vigneti è poi il sistema di allevamento a "pergola", che
ben si presta alle esigenze della viticoltura di montagna, permettendo di
proteggere i grappoli dal forte irraggiamento estivo.
Ma passiamo, ora, ai vini degustati...
Ad aprire le danze è stato il Pinot Bianco 2016 di Terlan che, fondata nel 1893
nell'omonima località vicino Merano, rappresenta una delle cooperative di
produttori più all'avanguardia di tutta la Penisola. Questa cantina conta più
di centoquaranta soci che si prendono cura complessivamente di oltre
centosessanta ettari di vigneto, siti ad un'altitudine compresa tra i 250 e i
900 metri sul livello del mare, ed offre al pubblico una produzione annua che
supera abbondantemente il milione di bottiglie.
Prodotto in circa 110'000 bottiglie
l'anno, questo vino affina per 5-7 mesi sui lievi in acciaio e rappresenta
molto bene il territorio di origine. Si presenta, infatti, nel bicchiere con un
vivace colore giallo paglierino con sfumature verdoline, mentre al naso si fa
apprezzare per i suoi eleganti sentori floreali e di frutta a polpa bianca, cui
seguono note di erbe aromatiche su un lieve sottofondo minerali e fumé; al
gusto mostra buona freschezza e discreta sapidità... un vino sulla cui piacevolezza
tutti siamo stati d'accordo! Infatti, la bottiglia a tavola è finita subito...
segno oggettivo della sua bontà!
Dei vini prodotti da questa cantina ed ottenuti
da questo vitigno ho potuto constatare la longevità in una degustazione
fatta qualche tempo fa... sono dei bianchi da paura!
Tutti
sanno dire "Ti amo", pochi sanno dire Gewürztraminer... come avrete
intuito il secondo vino in degustazione è ottenuto da questo vitigno aromatico la
cui zona di origine è rivendicata dall'Alto Adige, dal comune di Termeno in
particolare. Il nome tedesco con cui il Traminer
Aromatco è conosciuto deriva dal
termine "gewürz", che significa "speziato".
Dal colore giallo paglierino carico con
riflessi verde-oro, il Gewürztraminer
2015 di Terlan, la cui
produzione si attesta intorno alle 110'000 bottiglie l'anno, si esprime al naso
con sentori di albicocca, frutta esotica, fiori bianchi, uva spina ed erbe
aromatiche; di buona morbidezza al gusto, mostra un finale leggermente
amarognolo.
Siamo, poi, passati all'assaggio dei
vini rossi con il buonissimo Blauburgunder
2012 di Garlider... a mio
avviso, il più buon Pinot Nero prodotto in Italia e del quale ho già avuto modo
di apprezzare più volte la bontà! (Vedi post
precedente)
Ci troviamo nella Valle Isarco, la zona
vitivinicola più a nord d'Italia, dove Christian Kerschbaumer, secondo i
principi dell'agricoltura biologica, coltiva quattro ettari di vigneto su
pendenze vertiginose che arrivano al 55% e ad altezze che vanno dai 540 agli
800 metri s.l.m.
Prodotto in poco più di un migliaio di bottiglie
l'anno, questo vino, che matura per nove mesi in barrique, si è fatto notare
per la delicatezza del colore e l'eleganza dei suoi profumi (al naso è un
susseguirsi di sentori di sottobosco, frutta rossa e spezie), nonché per il
piacevole equilibrio gustativo: risultando, inoltre, per nulla amarognolo, a
differenza di tanti vini prodotti in zona a partire da questo vitigno... un
capolavoro!
Quarto vino in degustazione è stato il Lagrein 2013 di Hartmann Donà che, enologo della Cantina di Terlano dal 1994 al
2002, ha iniziato a produrre vino per conto proprio a partire dal 2000.
Il vitigno autoctono da cui questo vino
d'autore è ottenuto deriva il nome da Lagaria, cittadina della Magna Grecia
situata sulle coste ioniche della Lucania, dove anticamente si produceva il
"Lagarintos"... vino ottenuto da viti che verosimilmente furono poi
diffuse nel nord Italia. Il robusto vino rosso "Dunkel" che se ne
ottiene, riservato ai nobili e al clero, fu oggetto di rivendicazione durante
la rivolta contadina del 1526; precedentemente, inoltre, nel 1370 l'Imperatore
Carlo IV ne vietò la distribuzione tra le compagnie militari.
Maturato per un anno in botti di legno,
si presenta di colore rosso cupo nel bicchiere, mentre al naso sfoggia i suoi
peculiari sentori di brunella alpina (cioccolato fondente e vaniglia), note di
frutti di bosco e viola; piuttosto robusto e persistente appare poi
all'assaggio, mostrando una fitta trama tannica.
Abbiamo, quindi, concluso la serata con
l'assaggio del Torilan 2015 di Terlan, vino rosso ottenuto da uve Merlot per l'85% e da uve Cabernet Sauvignon per il restante 15%,
che ci ha dato modo di ricordare come la zona dell'Alto Adige fosse considerata
fino alla fine del XIX secolo una sorta di cantina dell'impero
austro-ungarico: nel desiderio di produrre vini simili a quelli francesi, i
nobili impiantarono vitigni internazionali, come Chardonnay, Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.
Prodotto in circa 16'000 bottiglie
l'anno, questo vino matura per 7-10 mesi in botti di legno grande; dal colore
rosso rubino carico, si esprime al naso con sentori di ciliegia e frutti di
bosco su un sottofondo di note speziate, mentre al palato appare ben
equilibrato, nonostante la giovane età, pieno e piacevole.
Un bel colpo d'occhio sul panorama
enoico altoatesino!
Un
grande ringraziamento a Pierpaolo e Mena Damiano, aspiranti Sommelier
Enodegustatori, per la gentile e calorosa ospitalità.
Per
restare aggiornati sui prossimi eventi dell'associazione "Enodegustatori Campani"
seguite il sito e la pagina facebook.
Grazie
e alla prossima!
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