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Foto presa dal web |
Cosa
c'entra il vino con le arti marziali, penserete Voi?
Mi
vien da rispondere che il vino c'entra sempre!
Ma
procediamo con ordine...
Il
termine "arte marziale", che sta per "arte di Marte" (dio
romano della guerra), fa riferimento ad un insieme di pratiche fisiche, mentali
e spirituali legate al combattimento.
Originariamente
concepite per aumentare le possibilità di vittoria del combattente, le arti
marziali hanno preso man mano la forma di un percorso di miglioramento
individuale e di attività fisica completa oltre che di difesa personale.
Attualmente,
con il termine "arti marziali" si fa genericamente riferimento alle
discipline orientali di combattimento e difesa che, nate in Asia da tempo
immemore (le prime notizie risalgono addirittura al III millennio a.C.), si
sono poi diffuse e differenziate nei secoli successivi, assumendo ognuna tratti
caratteristici peculiari... basti pensare che solo per il Kung Fu (termine che
letteralmente significa "esercizio eseguito con abilità", ma con il
quale si fa riferimento alla totalità delle arti marziali cinesi) sono
descritti oltre un centinaio di stili di combattimento differenti.
Tra
i più famosi e carismatici maestri di arti marziali di tutti i tempi trova sicuramente
un posto Bruce Lee... che, nella sua breve ma intensa vita (muore a meno di 33
anni), è stato, tra l'altro, attore, regista, sceneggiatore e produttore
cinematografico.
Nato a San Francisco nel 1940, Bruce Lee ha praticato per molti anni il Wing Chun presso la più
famosa scuola di Hong Kong, paese originario della sua famiglia, sotto la guida
del grande maestro Yip Man. Tuttavia, la sua innata indole per le arti
marziali, lo porta ad apprendere anche le tecniche del pugilato occidentale,
vincendo tra l'altro alcuni tornei scolastici di boxe, nonché le tecniche delle
altre arti marziali orientali e, non da ultima, la scherma occidentale, di cui
il fratello minore era un vero campione. Bruce Lee matura così una visione
globale delle arti marziali e adotta uno stile tutto suo, che chiama "Jeet
Kune Do", ossia "via del pugno che intercetta"... un'arte
scientifico-filosofica della difesa personale basata su un combattimento
"essenziale", realizzato attraverso un processo di semplificazione e
modificazione di tecniche di combattimento proprie sia delle arti marziali
orientali sia di quelle occidentali.
Così,
appassionato, ho iniziato a leggere qualcosina in più al riguardo e con mia grande sorpresa
nel libro "Jeet kune do. Il libro segreto di Bruce Lee" trovo questo
suo riferimento al vino:
"Alcune
arti marziali sono molto popolari perché sono belle da vedere, caratterizzate
da tecniche fluenti, scorrevoli. Ma attenzione! Sono come un vino che è stato
annacquato. E il vino annacquato non è vero vino, non è un vino buono, un
prodotto genuino. Altre fanno meno figura, però - come sai - hanno un non so
che, un tocco di autenticità, il sapore della genuinità. Sono come le olive. Il
loro sapore può essere aspro, dolce-amaro. Ma l'aroma persiste. E impari ad
apprezzarle. Mentre nessuno ha mai apprezzato un vino annacquato."
Provate,
ora, a trasporre questo concetto filosofico nell'attuale panorama enoico mondiale...
a Voi le conclusioni!
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