La
sera del giovedì 16 febbraio, presso il "Ramblas
Tapas Ristorante" a Grumo
Nevano, si è svolto un altro incontro targato "Wine Fitness"... un programma di eventi che, organizzati
dall'Associazione Culturale "Enodegustatori Campani", sono volti all'approfondimento di zone vitivinicole
attraverso l'assaggio guidato di più bottiglie delle principali aziende del
territorio.
Il
focus è stato fatto questa volta su quella che è considerata la più famosa
denominazione della regione Calabria, ossia Cirò, che prende il nome dalla cittadina, in provincia di Crotone, affacciata
sul mar Ionio e un tempo chiamata Cremissa; in antichità il vino qui prodotto,
il "Krimisa", veniva dato in dono agli atleti che ritornavano
vincitori dalle Olimpiadi di Atene, e la sua produzione divenne così importante
che, per facilitare il carico delle navi che attendevano nel porto, furono
costruiti con tubi di terracotta dei veri e propri "enodotti" che
partendo dalle colline circostanti arrivavano direttamente ai punti di imbarco.
Sui terreni argilloso-sabbiosi del territorio di Cirò e di altri comuni
limitrofi, si coltiva il Gaglioppo, vitigno autoctono a bacca
rossa il cui nome deriva da un termine greco che significa “bellissimo piede”,
dove per “piede” si intende il rachide e quindi per estensione l’intero
grappolo. Tale vitigno, che fu verosimilmente importato in Italia dai coloni
greci nel VII secolo a.C., era probabilmente alla base del vino
"Krimisa".
Ad
aprire le danze è stato il Cirò Rosso
Classico Superiore Riserva 2012 di Caparra
& Siciliani, una cooperativa che sin dai primi anni '60 rappresenta un punto
di riferimento per l'intero territorio. Produttori di vino sin dal XIX secolo,
le famiglie Caparra e Siciliani lavorano le uve provenienti dai vigneti di
proprietà dei soci, estesi per oltre 200 ettari. Si tratta di un vino
dall'ottimo rapporto qualità/prezzo, di facilissima reperibilità, dotato di
buona freschezza e tannini vellutati, caratterizzato al naso da sentori di
piccoli frutti a bacca rossa e note di pelliccia; matura in botti di rovere di
Allier.
Il
secondo vino degustato è stato il Cirò
Rosso Classico Superiore Riserva "Duca Sanfelice" 2011, fruttato
e floreale al naso, di maggiore struttura rispetto al precedente, ma con
tannini ancora da limare al palato. Le uve con cui si ottiene questo vino
derivano da vecchie viti coltivate ad alberello, principalmente dalla vigna
"Duca Sanfelice"; dopo 7/8 giorni di macerazione, il vino matura in solo
acciaio per 36 mesi. Di questo nettare ne vengono prodotte in media ogni anno
circa 250'000 bottiglie... come a testimoniare che si possono ottenere vini di
qualità anche con numeri elevati (cosa che non spesso riesce a verificarsi).
L'azienda produttrice è Librandi, tra le più grandi in Calabria; vanta,
infatti, ben 232 ettari vitati distribuiti in sei tenute. Dal sito web
aziendale si legge che "I vigneti della tenuta Ponta", nucleo storico
dell'azienda, "sono stati impiantati in origine da Raffaele Librandi,
padre di Antonio e Nicodemo e nonno dei Librandi dell'ultima generazione in
azienda, negli anni '50".
Successivamente
abbiamo dato spazio ai vini dell'azienda 'A
Vita, il cui nome in dialetto calabrese indica la vite. Otto sono gli
ettari vitati condotti da Laura e Francesco, friulana lei e calabrese lui,
secondo i principi dell'agricoltura biologica, utilizzando rame e zolfo con
parsimonia e facendo sovesci e ridotte lavorazioni del terreno per preservarne
la fertilità e favorire la biodiversità del suolo. In cantina le fermentazioni
sono spontanee con lieviti indigeni e senza aggiunte di enzimi; basso, inoltre,
è l'utilizzo di solforosa.
Abbiamo
degustato il Cirò Rosso Classico
Superiore 2013, che si è fatto apprezzare per la piacevolezza e consistenza
gustativa; ottenuto da viti coltivate in collina (fino a 100 metri sul livello
del mare), dopo 5 giorni di macerazione, questo vino matura in acciaio per 18
mesi. Ne vengono prodotte ogni anno in media 8'000 bottiglie.
Altro
vino degustato di quest'azienda è stato il Cirò
Rosso Classico Superiore Riserva 2010, che è risultato di una complessità
straordinaria, fruttato, speziato, balsamico... un vino profondo e di squisita
fattura, ottenuto da vecchie viti coltivate in collina, tra i 50 e i 100 metri
s.l.m.; dopo ben 2 mesi di macerazione, il vino matura in botti di rovere da
2000 litri per un anno. Solo 3'500 bottiglie per uno vino che, a mio modesto avviso,
è da annoverare tra i più grandi rossi italiani.
Incastonata
come un brillante tra quella dei due vini precedenti, la degustazione del Cirò Rosso Classico Superiore
"Aris" 2013 ha dato prova dell'eleganza che si può raggiungere
lavorando la terra e le uve di questa denominazione... un vino che si mostrava
un po' ritroso al naso appena versato nel bicchiere, ma che poi come un pavone
ha man mano aperto la sua coda; le uve da cui si ottiene provengono da viti coltivate
ad alberello ed impiantate nel 1980 a 105 metri s.l.m.; dopo fermentazione
spontanea e macerazione a cappello sommerso in vasca di cemento aperta
(palmento antico) per 4 giorni, questo vino matura in solo acciaio per 18 mesi.
Una chicca prodotta in sole 5'000 bottiglie l'anno da Sergio Arcuri che, discendete da una famiglia di viticoltori, nel
2009 insieme al fratello Francesco e coadiuvato dal papà, inizia i lavori di
ammodernamento della cantina. Quattro sono gli ettari vitati dell'azienda, di
cui due coltivati ad alberello (un ettaro impiantato nel 1945, l'altro nel
1980) e due impiantati nel 2005 e coltivati a cordone speronato. L'azienda
segue in vigna i principi dell'agricoltura biologica.
Infine,
abbiamo avuto la possibilità di testare una bottiglia con ben 15 anni di vita
sulla spalle, il Cirò Rosso Classico 2001
di Cantina Enotria... potete anche
non crederci, ma il tappo è emerso integro dal collo della bottiglia così come
il vino, bellissimo nel colore, nei sentori terziari e nel gusto delicato! Una
bottiglia che rende onore alla denominazione e a questa cantina, che raggruppa
le più antiche aziende viticole del comprensorio e che con i suoi circa 140
ettari di vigneto rappresenta attualmente una delle più importanti realtà
enoiche della Calabria. Al suo timone da oltre cinquant'anni troviamo il Comm.
Rag. Gaetano Cianciaruso e l'enotecnico Saverio Calabretta, discendente da
un'antica famiglia di viticoltori.
Un
applauso e mille grazie vanno a Raffaele
Santullo, chef e proprietario del "Ramblas
Tapas Ristorante", per la gentile ospitalità e per averci sapientemente
deliziato con assaggi di cucina spagnola. Raffaele, dopo anni di esperienza in
più ristoranti in Spagna, torna sei anni fa nel suo paese, Grumo Nevano, dove
nei locali di un antico palazzo storico di Via Roma (che, una volta, ospitavano
la pizzeria del papà), ha aperto un angolo di Spagna nel Regno delle Due
Sicilie.
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Grazie per la visita.