Foto presa dal web (Fonte: www.oenogrape.com) |
1. Vitigno a bacca
rossa autoctono del Piemonte, "la" Barbera in questa regione è indicata al femminile per tradizione.
2. Anche se le sue
origini sono antichissime, le prime testimonianze storiche della sua
coltivazione risalgono al XVIII e XIX secolo e la vogliono originaria del
Monferrato: infatti, ampelografi dell'epoca la descrivono come "vitis vinifera montisferratensis".
3. La facile
adattabilità a differenti tipi di clima e di terreno, la produzione abbondante,
l'alta resa in mosto e la ricchezza in materia colorante sono stati i fattori
che hanno portato la Barbera ad
essere uno dei vitigni più diffusi in Italia. Trova la sua zona d'elezione in Piemonte,
dove rende conto di quasi della metà del vino prodotto ogni anno; dà i migliori
risultati nelle Langhe, dove si
produce la corposa Barbera d'Alba, nel
Monferrato, dove spiccano le
denominazioni Barbera d'Asti e Nizza, e sui Colli Tortonesi. Diffusa anche in Lombardia, dove questa
varietà dà prova della sua versatilità, essendo utilizzata soprattutto per la
produzione dei vini frizzanti dell'Oltrepò
Pavese, spesso in assemblaggio con Croatina
e Bonarda; così come avviene anche in
Emilia Romagna, per la produzione dei vini dei Colli Piacentini e del Gutturnio.
La si trova, tuttavia, anche in altre regioni italiane e la sua coltivazione si
spinge fino al Sud, dove è utilizzata per aumentare l'acidità dei vini rossi
locali. Il Barbera è anche il vitigno
italiano più esportato all'estero, soprattutto in Argentina e in California.
4. Secondo lo storico
Aldo di Ricaldone, il nome di questo vitigno deriva alla somiglianza della
Barbera con il "vinum Berberis",
ossia il succo fermentato di Berberi, o Crespino, che presenta un bel colore
rosso ed un gusto acidulo e astringente: tale succo, usato in cucina o come
medicinale, era molto diffuso in Piemonte nel Medioevo. Secondo un'altra
ipotesi, il nome deriva invece dal termine medievale "Bàrberus", che significa irruente, aggressivo, indomito,
così come è il vino giovane che da questa varietà se ne ottiene.
5. Presenta un grappolo
compatto e alato, con acini dalla buccia pruinosa, sottile e consistente, di
colore blu intenso; la raccolta delle sue uve avviene in genere verso la fine
di settembre, prolungandosi talvolta agli inizi di ottobre. L'elevata acidità
presente nei suoi acini, anche in piena maturazione, consente di ottenere vini
con buona propensione per l'invecchiamento.
6. A differenza di
un passato piuttosto recente, che ha visto la produzione di vini
"rustici", duri e acidi, oggigiorno da uve Barbera si ottengono vini pregevoli, in alcuni casi davvero
notevoli, sia di pronta beva sia di più lungo affinamento (e sempre più spesso
maturati in barrique di rovere francese). Si tratta in genere di vini dal
colore rubino intenso, di buon corpo e con un'acidità evidente; quando giovani,
presentano al naso sentori di frutta rossa, marasca e mirtilli, note di arancia
rossa e di violetta, sfumature di pepe nero; con l'affinamento emergono poi al
naso sentori di sottobosco, china, cacao, liquirizia e tabacco, spesso su un
sottofondo balsamico.
7. I vini da uve Barbera: se giovani, ben accompagnano
salumi, pasta al ragù, carni alla griglia e formaggi a media stagionatura; se
invecchiati, possono abbinarsi anche a selvaggina, brasati, agnolotti e tajarin
al tartufo.
Se hai trovato questo post
interessante... dà un'occhiata al mio ebook "Nozioni
su vini, vitigni e zone vitivinicole d'Italia".
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per la visita.