sabato 16 gennaio 2016

Il vino e la gastronomia nelle "regole" della Scuola Medica Salernitana



 

 

Del potere medicamentoso attribuito al vino nel Medioevo ero già stato edotto da Arnaldo da Villanova, medico del XIII secolo che dedicò all'utilizzo terapeutico dei vini un intero trattato.

 

Arnaldo da Villanova fu, inoltre, il primo commentatore di una raccolta di ruvidi versi leonini che va sotto il nome di "Regimen Sanitatis Salerni" (Regola sanitaria salernitana) o "Flos Medicinae Salerni" (Il fiore della medicina di Salerno): si tratta di una serie di precetti della Scuola Medica Salernitana, che nel loro insieme compongono un piccolo manuale medico e che per la loro freschezza e semplicità ebbero notevole popolarità anche al di fuori della cerchia medica.

 

La Scuola Medica Salernitana, già rinomata in Europa nell'alto Medioevo, ebbe il suo momento di maggior prestigio nei due secoli successivi all'anno mille, quando erano in molti (anche tra le persone importanti dell'epoca) a recarsi a Salerno per cercare sollievo dai propri malanni.

 

Purtroppo non ci è dato sapere né l'autore né la data delle "regole salernitane" che, però, fortunatamente sono pervenute fino a noi... e rileggendole mi ha fatto piacere notare l'attenzione da queste rivolta verso il vino e la gastronomia.

 

Di seguito posto alcune delle "regole" che più mi hanno incuriosito, riportandone sia il testo in latino sia la traduzione di Pietro Magenta del 1833, che ben interpreta il brio popolaresco dell'originale.

 

Caput V. DE COENA

Ex magna coena stomacho fit maxima poena.

Ut sis nocte levis, sit tibi coena brevis.

 

Capo V. DELLA CENA

Son le cene sontuose

allo stomaco dannose.

Perché il sonno ti sia lieve,

la tua cena esser vuol breve.

 

Capo VI. DE DISPOSITIONE ANTE CIBI SUMTIONEM

Tu nunquam comedas, stomachum nisi noveris esse

purgatum, vacuumque cibo, quem sumseris ante.

Ex desiderio poteris cognoscere certo:

hacc tua sunt signa, subtilis in ore diaeta.

 

Capo VI. DELLA DISPOSIZIONE AL CIBO

Tu a mangiar non sii mai tratto,

se non hai stomaco affatto

vuoto e libero dei pasti,

donde innanzi lo aggravasti.

Di ciò avrai nell'appetito

segno certo e non mentito,

ché le fauci ognor discreta

son misura della dieta.

 

Caput X. DE BONI VINI PROPRIETATIBUS

Vina probantur odore, sapore, nitore, calore.

Si bona vina cupis, haec quinque probantur in illis:

Fortia, formosa, fragrantia, frigida, frisca.

 

Capo X. DELLE QUALITA' DEL BUON VINO

Fan palese il vin sapore,

limpidezza, odor, colore.

Se il buon vin conoscer brami,

cinque cose ei ti richiami:

sia formoso, sia fragrante,

forte sia, fresco e frizzante.

 

Caput XV. DE NIMIA POTATIONE VINI

Si tibi serotina noceat potatio, vina

hora matutina rebibas, et erit medicina.

 

Capo XV. DEL VINO ECCESSIVAMENTE BEVUTO

Se ti par che il vin bevuto

alla sera ti ha nociuto,

troverai che medicina

è il riberne alla mattina.

 

Caput XIX. DE TEMPORIBUS ANNI

Temporibus veris modicum prandere iuberis;

sed calor aestatis dapibus nocet immoderatis.

Autumni fructus caveas, ne sint tibi luctus.

De mensa sume quantum vis tempore brumae.

 

Capo XIX. DELLE STAGIONI DELL'ANNO

Quando regna primavera

usa tavola leggera.

Nell'ardor dei giorni estivi

troppi cibi son nocivi.

Nell'autun bada che i frutti

non t'apportin gravi lutti.

Ma nel tempo delle nevi

quanto vuoi manduca e bevi.

 

Caput XXII. DE GENERALI CONDIMENTO

Salvia, sal, vinum, piper, allia, petroselinum:

ex his fit salsa, nisi sit commixtio falsa.

 

Capo XXII. DEL CONDIMENTO UNIVERSALE

Aglio, salva e pepe fin,

sal, prezzemolo e buon vino,

se il miscuglio non si falsa,

forman sempre buona salsa.

 

Se queste "regole" ti hanno incuriosito e vuoi leggerne altre... ecco un ebook gratuito!

 

E ricorda:

"Se ti mancano i medici,

siano per te medici queste tre cose:

l'animo lieto, la quiete e la moderata dieta."

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