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1. Regione di
passaggio tra il Nord ed il Centro Italia, l'Emilia Romagna è composta dall'unione di due regioni storiche: l'Emilia, posta a nord-ovest e dal clima
continentale, prende il nome dalla via Emilia (strada fatta costruire dal console
romano Emilio Lepido per collegare le città di Rimini e Piacenza); la Romagna, invece, posta a sud-est e dal
clima più temperato per la vicinanza al mare, deriva il nome dal tardo latino
"Romània" (termine con cui nel Medioevo si indicavano i territori
sotto il controllo dell'Esacrato Bizantino, che aveva sede a Ravenna).
Circa
metà della superficie regionale è pianeggiante, l'altra metà è in parte
collinare ed in parte occupata dagli Appennini ligure e tosco-emiliano.
2. Praticata da
tempo immemore, la coltivazione della vite ha avuto in questa regione un forte
sviluppo in epoca romana; successivamente, un ruolo importante per la
produzione vitivinicola è stato svolto dai monaci benedettini, soprattutto nei
pressi di Ferrara. Verso la fine del XIX secolo, a causa della fillossera,
circa il 90% dei vigneti fu distrutto e la successiva ricostruzione fu lenta; purtroppo,
poi, con la costituzione di cooperative di produttori si ebbe inoltre una
produzione orientata verso la quantità e che vide protagonista le diverse
varietà di Lambrusco: da queste uve si
ottenevano vini poco pregiati che, esportati durante gli anni '70 e '80 negli
Stati Uniti, erano lì conosciuti come "Red Cola" e commercializzati
in lattina. Fortunatamente, negli ultimi tempi la produzione vitivinicola di
questa regione sembra aver imboccato un'altra direzione, essendo sempre più
orientata verso la valorizzazione dei vitigni autoctoni; anche se la presenza
di varietà internazionali nei vigneti è ancora oggi piuttosto rilevante.
3. La parte più
occidentale della regione, in provincia di Piacenza, risente della vicinanza
all'Oltrepò Pavese e al Tortonese: infatti, i vitigni più diffusi sono Barbera e Croatina (localmente detta "Bonarda") che insieme danno
vita al Gutturnio; prodotto sia fermo
che frizzante, questo vino rosso deriva il nome da "Gutturnium",
coppa romana d'argento ritrovata in zona, verso la fine dell'800, tra le sabbie
del Po.
Oltre
a vini rossi ottenuti da vitigni autoctoni ed internazionali, in questa parte
della regione si producono anche vini bianchi da uve aromatiche, quali Malvasia Bianca di Candia e Moscato Bianco, nonché da Ortrugo e da vitigni internazionali,
spesso prodotti inoltre in versione frizzante o spumante.
4. Tra le provincie
di Reggio Emilia e di Modena troviamo la produzione di vini rossi frizzanti, in
versione secca o amabile, ottenuti da differenti varietà di uve Lambrusco; la cui produzione maggiore si
registra nella denominazione Reggiano.
Il Lambrusco di Sorbara, ottenuto da
uve coltivate su terreni sabbiosi, si presenta di solito con un colore più
scarico e un corpo più leggero; il Lambrusco
Grasparossa di Castelvetro, ottenuto da uve coltivate su terreni argillosi,
appare il più strutturato; mentre, il Lambrusco
Salamino di Santa Croce, ottenuto da uve coltivate su terreni argilloso
sabbiosi, presenta caratteristiche intermedie ai due precedenti e che lo
accomunano al Reggiano.
5. Spostandoci
verso est, sulle colline in provincia di Bologna, troviamo la produzione di corposi
vini rossi da uve Cabernet Sauvignon,
Merlot e Barbera (quest'ultima vinificata anche in versione frizzante),
nonché di fragranti e non molto strutturati vini bianchi da uve Sauvignon, Chardonnay, Pinot Bianco,
Riesling Italico e Pignoletto; quest'ultimo vitigno dà inoltre
vita alla DOCG Colli Bolognesi Classico
Pignoletto. La parte pianeggiante della provincia di Bologna,
corrispondente alla denominazione Reno
(dal nome del fiume che l'attraversa), vede la coltivazione dei vitigni a bacca
bianca Montù, Pignoletto, Albana e Trebbiano Romagnolo, da cui si ottengono
anche vini frizzanti e spumanti. In provincia di Ferrara troviamo, invece, la
denominazione Bosco Eliceo, una zona
vitivinicola compresa tra il delta del Po e la foce del fiume Reno, dove si
stanno riscoprendo i "vini delle sabbie", ottenuti da vitigni
coltivati su terreni sabbiosi e salmastri; tra questi è da menzionare il Fortana ("Uva d'oro"), vitigno
a bacca rossa da cui si ottengono vini rossi da bersi entro l'anno e da
abbinare a tavola con l'anguilla, in quanto caratterizzati da un colore poco
intenso, da delicati sentori di frutta rossa e da un gusto poco tannico ed
acidulo.
6. Partendo da
Imola e scendendo a sud-est verso il mare, ci troviamo in piena Romagna, la
parte più orientale della regione, dove nella campagna a sud di Bologna e
Ravenna il vitigno a bacca bianca più coltivato è il Trebbiano Romagnolo, da cui si ottengono enormi quantità di vino,
perlopiù poco pregiato. Nei dintorni di Forlì spicca, invece, la coltivazione
del vitigno Albana, che dà vita alla
DOCG Romagna Albana, comprendente la
produzione di vini bianchi secchi, amabili, dolci e passiti. Tra i vini rossi
della zona prevale il Sangiovese di
Romagna, che si rivela spesso leggero e beverino, soprattutto quando
ottenuto da uve coltivate sui terreni sabbiosi nei pressi di Rimini, o piuttosto
robusto e complesso, quando ottenuto invece da uve coltivate sulle colline dai
terreni calcarei e argillosi nei pressi di Forlì (in particolare nei territori
di Predappio e Bertinoro).
Altri
vini di questa zona sono il Pagadebit di
Romagna, fresco e delicato vino bianco, il cui nome deriva dalla resistenza
e produttività del vitigno da cui si ottiene, ossia il Bombino Bianco (che permetteva ai contadini locali di produrre vino
anche in annate difficili, permettendo loro di "pagare i debiti"), e
la Cagnina di Romagna, ottenuta da
uve Refosco dal Peduncolo Rosso
(importato dal Friuli in età bizantina e localmente chiamato "Refosco
Terrano") ed il cui nome è da ricondursi al gusto un po' aspro (che
"morde" il palato come una cagna).
7. Posta al
confine tra l'Emilia Romagna e le Marche, la Repubblica di San Marino vanta un'antica storia vitivinicola. Questo piccolo
stato, arroccato sul Monte Titano, produce una vasta gamma di vini sia rossi
sia bianchi, anche in versione spumante. I vini rossi sono tutti a base di Sangiovese, che rappresenta anche il
vitigno più coltivato, mentre i vini bianchi sono ottenuti soprattutto da uve Biancale, Ribolla, Canino, Cargarello e Moscato (da quest'ultimo si ottengono anche vini spumanti dolci e
passiti); negli ultimi tempi sono stati introdotti, inoltre, altri vitigni
italiani (quali Vermentino, Pignoletto e Ancellotta) ed internazionali (quali Chardonnay, Pinot Bianco,
Pinot Nero, Syrah e Cabernet Sauvignon).
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